Lello Capriati ucciso a colpi di pistola a Bari: nipote del boss, scarcerato (con i fuochi d'artificio) nel 2022 dopo 17 anni ​per l'omicidio Fazio

Fu arrestato a soli 22 anni, il 20 maggio 2005, per l'omicidio di Michele Fazio, vittima innocente (fu colpito per sbaglio) di mafia

Lello Capriati ucciso a colpi di pistola: nipote del boss, scarcerato (con i fuochi d'artificio) nel 2022 dopo 17 anni per l'omicidio Fazio

di Redazione Web

Era in libertà dal 21 agosto del 2022, Raffaele (Lello) Capriati, il nipote del boss ucciso ieri in strada in un agguato a Bari. Era tornato nella sua Bari Vecchia dopo i 17 lunghissimi anni di detenzione. Fu arrestato a soli 22 anni, il 20 maggio 2005, per l'omicidio di Michele Fazio, vittima innocente (fu colpito per sbaglio) di mafia. Era il 12 luglio 2001. Le cronache giudiziarie raccontano che «Lello» faceva parte di quel commando assieme a Francesco Annoscia, condannato in via definitiva a 15 anni e 8 mesi di reclusione e tornato in libertà nel 2014, Leonardo Ungredda, ammazzato nel 2003 sul lungomare di Bari, e Michele Portoghese, condannato in via definitiva a 7 anni e 6 mesi di reclusione. Michele Fazio fu ucciso per errore, vittima innocente della faida, in quegli anni tornata prepotente a infuocare le strade del borgo antico, tra i clan Capriati e Strisciuglio.

La guerra di mafia e l'omicidio

L’ordine, arrivato dall’alto, per «Dino» fu perentorio. Doveva infiltrarsi nel feudo degli Strisciuglio, e lasciare sul basolato nero delle strade del borgo «Il napoletano», Giuseppe De Felice, uomo di spicco del clan avverso. A lui era stato affidato il compito di vendicare l’assassinio di Francesco Capriati, detto «Pomodoro», il nipote del boss Tonino, l’erede designato degli affari della famiglia. Ma qualcosa quella sera andò storto. Nei vicoli dietro la Cattedrale, armati di una pistola calibro 7.65, i killer inseguirono a lungo il loro obiettivo, ma in strada Amenduni, proprio mentre l’arma faceva fuoco, sulla traiettoria del proiettile si trovò per caso Michele Fazio.

I fuochi d'artificio

Dopo l'arresto Lello era stato in diversi istituti penitenziari italiani, con le accuse di concorso in omicidio volontario e concorso in detenzione di armi da fuoco con l’aggravante di aver favorito un’associazione mafiosa.

Il suo ritorno a casa, nell'estate del 2022, fu salutata a Bari Vecchia dai fuochi d'artifici in piazza San Pietro, ripresi e lanciati poi anche su TikTok. 

Il fratello

Il destino di Lello Capriati è stato lo stesso del fratello Mimmo: fu ucciso il 21 novembre 2018, al quartiere Japigia, mentre rientrava a casa. Anche lui era stato scarcerato da pochissimo

Per quell’omicidio a febbraio del 2022, gli agenti della squadra Mobile hanno arrestato tre persone: Domenico Monti, detto «Mimmo il biondo», ex braccio destro del boss Antonio Capriati ed esecutore materiale, Christian De Tullio e Maurizio Larizzi, considerato il mandante. A decidere la morte, secondo le indagini della direzione distrettuale Antimafia, sarebbe stata proprio la sua ambizione di mettere le mani sullo spaccio di droga, rivendicando un ruolo egemone nel clan anche spostandosi sulle estorsioni agli affiliati come Larizzi, che in quegli «anni di malavita - dicono nelle intercettazioni - aveva fatto affari».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Aprile 2024, 08:39
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