Sudan nel caos, pronto il piano di evacuazione per 200 italiani: aerei militari già a Gibuti, salvi 18 turisti

Lo scrive in un tweet il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Sudan nel caos, pronto il piano di evacuazione per 200 italiani: aerei militari già a Gibuti, salvi 18 turisti

di Redazione web

I piani di evacuazione di stranieri da Khartoum in preda allo scontro fra esercito e paramilitari sono pronti a scattare ma la situazione nella capitale è ancora troppo pericolosa e circa 200 italiani sono ancora bloccati in Sudan.

L'Italia, come del resto stanno facendo altri Paesi occidentali, sta organizzando l'evacuazione dei connazionali con velivoli militari che sono già stati dislocati a Gibuti, il piccolo Stato-base militare incastonato fra Eritrea, Etiopia e Somalia sul golfo di Aden.

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Si lavora ad una replica dell'operazione Afghanistan, dedicata però stavolta solo ai cittadini italiani. Una riunione volta a predisporre il piano d'emergenza si è svolta a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze, e i responsabili dell'Unità di crisi della Farnesina e dei servizi.

Intanto è già finito l'incubo per 19 turisti italiani sorpresi dalla guerra mentre erano in crociera nelle acque di Port Sudan: sono potuti sbarcare a Hurghada in Egitto, come ha annunciato Tajani. In mattinata l'esercito sudanese - guidato generale Abdel Fattah al-Burhan che da otto giorni si sta scontrando con i paramilitari Rfs di Mohamed Hamdan Dagalo per il controllo del Paese instabile dal 2019 - aveva previsto già «per le prossime ore» l'evacuazione da Khartoum di diplomatici e cittadini di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Cina su aerei da trasporto militare appartenenti alle rispettive forze armate.

Fin dalla notte, le Rfs si erano dichiarate pronte ad «aprire parzialmente tutti gli aeroporti sudanesi» per consentire le evacuazioni ma in tv al-Burhan le ha smentite sostenendo di avere lui «il controllo di tutti gli aeroporti, tranne quello di Khartoum», attorno a cui si combatte, e di Nyala, la capitale del Darfur meridionale. Non sorprende quindi che fonti diplomatiche abbiano definito «ancora in fase di negoziazione» l'apertura di corridoi di fuga per stranieri, anche se si sono visti convogli per personale Onu e cittadini di diverse nazioni dirigersi verso l'aeroporto di Khartoum.

«Nessuno degli aeroporti funziona. Sono ancora sotto tiro», ha avvertito il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr che ha centinaia di cittadini intrappolati in Sudan. Anche se l'ambasciata Usa a Khartoum ha messo in guardia gli americani che qualsiasi spostamento via terra è troppo pericoloso, gli 835 km da Khartoum a Port Sudan sono stati percorsi dai diplomatici sauditi per mettersi in salvo e lo stesso tragitto di 12 ore dovrebbe essere tentato dalla missione giordana. «La prima nave di evacuazione dal Sudan» ha attraccato a Gedda trasportando 50 cittadini sauditi, ha annunciato la tv di Stato del Regno, segnalando in arrivo altre quattro imbarcazioni con 108 persone provenienti da 11 Paesi.

Del resto la tregua di tre giorni concordata venerdì su pressione Usa per la fine del Ramadan ha retto solo durante la notte e in mattinata sono ripresi gli scontri: i combattimenti vengono segnalati in 24 punti di Khartoum, di cui otto in un settore della capitale sudanese dove si trova anche l'ambasciata d'Italia, peraltro sempre operativa sotto la guida dell'ambasciatore Michele Tommasi.

A Khartoum ci sono stati bombardamenti indiscriminati di artiglieria e il caos è stato accresciuto da un attacco di paramilitari ad alcune carceri con la liberazione di detenuti e l'uccisione di guardie. 

«Salvati 19 turisti italiani»

«Sono stati messi in sicurezza 19 italiani che si trovavano in crociera nelle acque di Port Sudan. Li abbiamo assistiti fin dall'inizio degli scontri, ora sono sbarcati ad Hurghada. Grazie al lavoro delle nostre Ambasciate a Khartoum e al Cairo e dell'Unità di Crisi della Farnesina». Lo scrive in un tweet il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

«Stavano effettuando una crociera: hanno raggiunto l'Egitto sani e salvi»

Ancora Tajani: «Abbiamo finalmente una buona notizia perché mi hanno confermato che i primi 18-19 italiani che stavano effettuando una crociera hanno già raggiunto l'Egitto sani e salvi», ha riferito il ministro degli Esteri da Pisa, nell'ambito di un'iniziativa elettorale di Forza Italia in vista delle Comunali di maggio. «In Sudan restano circa 130-150 connazionali - ha aggiunto - che possono contare sulla massima assistenza della nostra ambasciata, che è stata determinante insieme a quella del Cairo nel dare supporto anche agli italiani appena arrivati in Egitto». 

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Intensificati gli scontri a Khartoum: almeno 6 morti

 «Nonostante l'annuncio di una tregua di tre giorni per l'Eid al-Fitr», la festa di fine Ramadan, «sabato mattina a Khartoum si sono intensificati gli scontri tra l'esercito sudanese e le forze di supporto rapido», i paramilitari della Rsf. Lo scrive il sito Sudan Tribune. Stamattina «sono state segnalate esplosioni e scontri nelle aree circostanti il Comando generale dell'esercito e il palazzo presidenziale di Khartoum. Gli scontri si sono poi estesi ai quartieri di Hillat Hamad, Khojaly e Arkaweet».

«Secondo quanto riferito da testimoni oculari, sabato mattina sono continuati i bombardamenti indiscriminati di artiglieria nei quartieri di Ombada e Karari. A Ombada Mansoura, sei persone sono state uccise a causa dei bombardamenti provenienti dal Genio» militare, scrive ancora il Sudan tribune. «Inoltre sono stati avvistati aerei da guerra che sorvolavano la capitale sudanese», viene aggiunto. «Durante la notte, le forti esplosioni che hanno scosso la capitale Khartoum negli ultimi giorni si sono attenuate, ma lo scambio di fuoco è ripreso al mattino, secondo i testimoni», scrive il sito di Le Monde. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Aprile 2023, 21:30
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