Giulia e Alessia travolte dal treno, il papà Vittorio: «Fango su di me ma non porto rancore verso chi mi giudica»

Lo sfogo di Vittorio Pisano: "Voglio che le mie bimbe non siano morte invano, che dalla disgrazia nasca qualcosa di buono"

Giulia e Alessia travolte dal treno, il papà Vittorio: «Fango su di me ma non porto rancore verso chi mi giudica»

di Daniele Molteni

«Papà, torniamo a casa in treno». Il papà è Vittorio, le parole sono le ultime pronunciate da Giulia e Alessia, le due sorelle di 17 e 15 anni travolte e uccise dal treno alla stazione di Riccione domenica 31 luglio. Stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa in discoteca quando si è consumata la tragedia.

Le sorelle hanno telefonato al padre poco prima della tragedia per annunciargli un ritorno a casa poi mai avvenuto. In una lettera aperta riportata da Repubblica oggi Vittorio Pisano racconta: «Vivo la sofferenza confortato moralmente e spiritualmente dalle tante persone che quotidianamente hanno inondato me e la mia casa di un’umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione. Vivo la sofferenza per l’immane tragedia che ha colpito la mia famiglia, e la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l’ingiusto evento in bene assoluto». Dopo la morte delle sue due figlie in molti lo hanno accusato di aver lasciato sole le due giovani ragazze. Ma lui non porta rancore.

 

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Era raro che le due ragazze tornassero a casa da sole: di solito infatti era Vittorio ad andarle a prendere, ma quel giorno l'uomo aveva accusato un lieve malore e aveva pensato che – tutto sommato – le due figlie sarebbero potute tornare a casa in treno. Da quel momento l'uomo è divorato dai sensi di colpa. 

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Originario della Sardegna, Vittorio si era trasferito a Castenaso, in provincia di Bologna, in giovane età.

Ha costruito una famiglia, è diventato titolare di un'azienda che vende scaffali industriali. Da alcuni giorni è tornato a lavorare: «È l’unica mia salvezza». «Non c’è stato un giorno - dice - in cui non le abbia accompagnate e riprese da scuola, almeno questo mi rimarrà per sempre, quello che ho vissuto con loro». Non solo: era abituato ad andare a recuperare Giulia e Alessia anche al termine delle serate con le amiche, e non di rado prendeva una camera in hotel per attenderle fino a tarda notte.

Ancora papà Vittorio: «Non riesco a nutrire rancore, rammarico o amarezza dall’inconsulto vociare continuo e costante che si è scatenato all’indomani della tragedia. Ringrazio tutte le persone che hanno espresso un pensiero per me e la mia famiglia. Tutti indistintamente». Il pensiero va anche a tutti «coloro che hanno espresso giudizi severi verso la mia persona», continua la lettera. «Sono convinto che ognuno di loro possa trarre insegnamento per la vita che verrà. Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l’amore verso il prossimo; uno spirito nuovo che possa infondere nella comunità speranza e fiducia. Perché le bimbe, le mie bimbe, le nostre bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano».


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 06:10
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