Alessia e Giulia morte a Riccione, il testimone: «Come una bomba, i corpi spariti all'improvviso». Lacrime e dolore a Castenaso

Il giorno dopo, lo choc di chi ha assistito alla tragedia e il dolore per la tragedia sono ancora più grandi

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di Redazione web

Riccione, il giorno dopo lo sgomento e il dolore non sono per nulla svaniti. C'è chi è ancora sotto choc, dopo aver visto le due sorelle Alessia e Giulia Pisanu morire travolte da un treno. E c'è un'intera comunità, a Castenaso (Bologna), che piange insieme ai genitori delle due adolescenti.

 

Il testimone: «Una voleva salvare l'altra, poi il botto e i corpi sono spariti»

Da una nuova testimonianza, arriva la conferma: una delle due sorelle voleva salvare l'altra, seduta sui binari, dall'arrivo del treno. Stefano, 32enne pendolare che nei weekend si trova spesso alla stazione di Riccione, ha tutti gli ultimi istanti della vita di Giulia e Alessia, rispettivamente 17 e 15 anni. «Ho visto una ragazza seduta nei binari, e l'altra che ha cercato di tirarla via. Quella seduta in mezzo ai binari aveva un vestito verde, l'altra era vestita di nero» - racconta il testimone - «Ho sentito un botto, come un'esplosione. Sembrava una bomba. Poi ho visto i due corpi sparire. Sono stato male tutto il giorno, è veramente agghiacciante».

Fiori davanti casa di Giulia e Alessia

Alcuni amici e parenti hanno portato mazzi di fiori nella casa di Madonna di Castenaso (Bologna) dove vive la famiglia di Giulia e Alessia Pisanu, le due sorelle di 17 e 15 anni morte ieri mattina, investite da un treno Frecciarossa alla stazione di Riccione. «Abbiate rispetto di questo nostro momento», ha detto ai giornalisti una donna, sul cancello della villetta tra gli alberi, nei pressi della chiesa della frazione. Il padre delle due giovanissime vittime è conosciuto nel paese, titolare di una ditta di traslochi.

 

 

L'amica sotto choc: «Non andrò mai più a Riccione»

«Erano due ragazze bravissime e belle, non ho parole. Ieri sera ci siamo trovati con alcuni amici per accendere lanterne con i loro nomi scritti sopra». Lo dice a Castenaso una ragazza che conosceva Giulia e Alessia, uccise ieri mattina da un treno in transito alla stazione di Riccione. «La gente - prosegue - non riesce a credere. La più grande era sempre a cena da noi, perché era amica di mia sorella. Mia mamma è sotto choc. Io non voglio più andare al mare a Riccione e sono incredula».
La giovane ricorda poi un'altra giovane vittima di Castenaso, Irene Boruzzi, travolta da un'auto guidata da un giovane positivo all'alcol nel 2020. «Dopo Irene che è morta, questa notizia è stata scioccante.

Aspettiamo tutti insieme il funerale, mi dispiace molto per il loro papà».

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Il parroco: «Ora silenzio e rispetto»

«Adesso è il tempo del rispetto, del silenzio e del raccoglimento. Le troppe parole scombussolano solo, dicono la parziale verità di tutto e deve essere solo un momento di raccoglimento e affetto e tenerezza verso i giovani. Questo è l'unico atteggiamento che noi adulti dobbiamo avere e manifestare». Lo dice don Giancarlo Leonardi, parroco di Castenaso, paese in provincia di Bologna dove risiede la famiglia di Giulia e Alessia, le due ragazze travolte ieri mattina da un treno a Riccione. «C'era coralità e amicizia - ha detto il sacerdote - un rapporto cordiale e di stima con il papà e lo zio e c'è tanto affetto».

Castenaso verso il lutto cittadino

«Sulle esequie non sappiamo ancora nulla. Proclameremo il lutto cittadino». Lo dice Carlo Gubellini, il sindaco di Castenaso, paese della provincia di Bologna dove vivevano Giulia e Alessia, le due sorelle uccise ieri da un treno a Riccione. «È un momento davvero difficile - ha aggiunto il sindaco - dove tutta la comunità sta vivendo questa tragedia con grande sofferenza. Le ragazze erano conosciute, frequentavano il paese con il loro gruppo di amici. È particolarmente sentita anche perché in una comunità piccola e unita queste tragedie si fanno sentire con molta più pesantezza». Alessia e Giulia «erano due ragazze di 15 e 17 anni che come tutti i ragazzi erano piene di vitalità, frequentavano i loro coetanei, avevano voglia di vivere la loro vita. Non ci spieghiamo come sia potuto accadere. Ieri siamo stati in contatto con il questore di Rimini e la sindaca di Riccione che ha svolto un ruolo di supporto straordinario». Per il ricordo «bisogna non lasciarsi prendere dall'emotività del momento, cercare di avere il giusto equilibrio e la giusta delicatezza. Vogliamo soprattutto parlare ai giovani, costruire un momento con loro in cui possono esternare i loro pensieri e dire quello che si muove nei loro cuori e nella loro testa, perché possa diventare questa tragedia un momento che non passa inosservato e rimane chiuso verso noi stessi ma lo si libera cercando di buttare fuori tutto quello che si ha dentro», ha concluso Gubellini.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Agosto 2022, 18:24
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