Giorgio Simone non sarebbe morto a causa di un incidente in casa provocato da lui stesso, cioè un calcio ad un porta a vetri che recise un'arteria dissanguandolo. Ma fu la sua fidanzata, con cui stava discutendo, ad avergli dato un colpo al petto, che gli fece perdere l'equilibrio e cadere sulla porta a vetri di casa, che tagliò l'arteria poplitea, dietro al ginocchio, causandone il dissanguamento fino al decesso. Questa nuova versione imprime una svolta alle indagini sulla morte di Giorgio Simone, 28enne di Montesano Salentino, morto ad aprile di tre anni fa a Rivergaro, in provincia di Piacenza, scrive il Corriere della Sera.
Sei indagati
Ora la procura piacentina ha aggiornato la lista degli indagati, che sale a sei persone, tra cui la fidanzata di allora, una donna di 30 anni, per la quale si ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale, come suggerito anche dalla criminologa Isabel Martina, incaricata dalla famiglia della vittima, di fornire un sua ricostruzione dei fatti.
Il pm ha iscritto nel registro degli indagati - per omicidio colposo e lesioni personali colpose - anche i due infermieri, i due autisti soccorritori e la volontaria di pubblica assistenza, tutti intervenuti sul posto per soccorrere Simone, (scrive il Quotidiano di Puglia) le cui presunte negligenze e presunti ritardi nei soccorsi avrebbero contribuito al decesso del 28enne.
Scivolato contro la porta
La vittima, al momento dell'incidente indossava dei calzini e la forte spinta della compagna, lo avrebbe fatto scivolare all'indietro e sbattere contro il vetro della porta, rompendolo e ferendosi alla gamba. Invece chi ha soccorso Simone, secondo la procura, non avrebbe seguito il protocollo nazionale Ares 118, che prevede la compressione sulla zona di emorragia per impedire o rallentare la fuoriuscita di sangue. Solo dopo un'ora e mezza dall'arrivo dei soccorsi, l'uomo venne preso in carico presso l'ospedale di Piacenza.Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Maggio 2023, 16:51
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