Uccise il padre violento, Gassani: «Conta soltanto la legge, non si può accettare la violenza»

Uccise il padre violento, Gassani: «Conta soltanto la legge, non si può accettare la violenza»

di Valeria Arnaldi

È una questione di legittimità costituzionale ad essere stata sollevata dal pm a Torino. Avvocato Gian Ettore Gassani, presidente AMI-Associazione avvocati matrimonialisti italiani, cosa pensa delle dichiarazioni del pm e del suo essersi detto costretto a chiedere una condanna dura?
«Il magistrato è vincolato a ciò che è previsto dal codice penale, non è che in sede penale ci sia un ampio margine discrezionale, o cambiamo le norme o bisogna applicarle. Qui evidentemente è mancata la prova della legittima difesa. Se ci fosse stata, per il giovane non ci sarebbe stato alcun giorno di carcere».


E le vessazioni subite?
«Il clima in famiglia e le eventuali vessazioni non possono giustificare un omicidio.

Il principio prevede l'aggravante per chi uccide un congiunto, perché si possa evitare la condanna si deve dimostrare la situazione di pericolo e tale da giustificare la reazione. Occorrono le prove».


Si è detto che madre e figlio temevano di essere uccisi.
«Capisco il contesto ma attenzione a non sdoganare l'omicidio quando ci sono gravi crisi familiari, si rischia di cadere nel far west familiare. Esistono denunce, centri anti-violenza, magistrati, tante cose. Ogni forma di violenza va sanzionata senza se e senza ma».  


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Novembre 2021, 08:38
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