Cuneo fiscale, l'effetto sugli stipendi: come cambia la busta paga (da questo mese) e chi prenderà di più

Il taglio dei contributi previdenziali, un intervento che pesa 5 miliardi di euro, porterà ad un effettivo incremento dello stipendio netto

Cuneo fiscale, l'effetto sugli stipendi: come cambia la busta paga (da questo mese) e chi prenderà di più

Il taglio al cuneo fiscale previsto dalla manovra è arrivato e i suoi primi effetti si potranno vedere dal cedolino di gennaio, con lo stipendio che i lavoratori riceveranno questo mese. Il taglio dei contributi previdenziali, un intervento che pesa 5 miliardi di euro, porterà ad un effettivo incremento dello stipendio netto, in particolare per chi guadagna fino a 1.923 euro al mese e ha diritto della riduzione di tre punti dell'aliquota contributiva: per questi ultimi il beneficio ammonta a 58 euro lordi. Per chi ha invece una retribuzione superiore (fino a 2.692 euro) i punti sono due e il beneficio ammonta a 54 euro lordi.

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Cuneo fiscale, gli effetti sugli stipendi

Come spiega il quotidiano Il Messaggero, una delle ultime circolari Inps ha definito gli aspetti delle nuove regole: sono inclusi tutti i dipendenti pubblici e privati, tranne i lavoratori domestici che hanno una normativa diversa e specifica.

Il taglio riguarda la quota di contribuzione a carico del lavoratore, fissata per la componente previdenziale al 9,19 per cento: scenderà quindi al 6,19 per cento fino alla soglia dei 1.923 euro mensili e al 7,19 per chi non supera i 2.692.

I vari livelli di reddito

Come già accennato, se lo stipendio mensile non supera i 1.923 euro lordi (corrispondenti a 25 mila annuali su 13 mensilità sempre in termini lordi) la riduzione è di 3 punti. Su un compenso non elevato, ad esempio di 1.200 euro al mese, vuol dire un vantaggio di 36 euro, contro i 24 in vigore in precedenza. Il guadagno netto è di circa 28 euro, ipotizzando tredici mensilità. A quota 1.900 euro, quindi in prossimità della soglia, ci sono 57 euro lordi, in più (invece che 38) che diventano però 38 netti. Questa è la fascia retributiva che ottiene il beneficio più consistente. Al di sopra lo sconto (analogo a quello già in vigore) riparte da circa 40 euro: questo è l’incremento lordo per chi guadagna 2 mila euro, che ne avrà 26 netti in più, sempre in confronto alla situazione in cui l’esonero contributivo non era in vigore. Con 2.692 mensili (ovvero 35 mila all’anno) se ne ottengono 54 lordi in più, corrispondenti a circa 30 netti.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Febbraio 2023, 18:13
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