«All’Europa serve una cura radicale»
Supermario si riprende la scena Ue

L’ex premier: «Proporrò cambiamenti». E vola nel toto Bruxelles

«All’Europa serve una cura radicale» Supermario si riprende la scena Ue

di Alessandra Severini

Così com’è l’Unione europea non va, sono necessari «cambiamenti radicali». Parola di Mario Draghi che, parlando in Belgio alla Conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali, ha dato qualche anticipazione del rapporto sulla competitività che sta redigendo per la Commissione europea e che presenterà al Consiglio europeo dopo le elezioni di giugno.

Nell’analisi dell’ex presidente della Bce l’Europa è indietro, incapace di reggere le sfide poste da Cina e Stati Uniti. Servono investimenti comuni, soprattutto nei settori strategici della difesa, dell'energia e delle nuove tecnologie. Il sistema industriale europeo rischia di non reggere la competizione. Per esempio, ha illustrato l’ex premier, in altri Paesi le industrie energivore, «non solo devono affrontare costi energetici più bassi, ma devono anche far fronte a un minori oneri normativi e, in alcuni casi, ricevono massicci sussidi». Per tenere il passo l'Unione «deve cambiare» e «agire unita» come non ha mai fatto fino ad ora. Le ragioni tracciate da Draghi indicano un'Europa rimasta ferma e non al passo dei tempi ormai cambiati. «La nostra risposta è stata limitata perché la nostra organizzazione, il processo decisionale e i finanziamenti sono progettati per il mondo di ieri: pre-Covid, pre-Ucraina, pre-conflagrazione in Medio Oriente, prima del ritorno della rivalità tra grandi potenze.

Ma abbiamo bisogno di un'Ue adatta al mondo di oggi e di domani. E quindi quello che propongo nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare è un cambiamento radicale, perché è ciò di cui abbiamo bisogno».

Venti minuti di discorso per dare qualche indizio sul percorso da seguire per rilanciare l'economia comunitaria. «Ripristinare la nostra competitività - ha detto Draghi - non è qualcosa che possiamo fare da soli o gareggiando a vicenda». Il discorso lungimirante dell'ex numero uno della Bce é stato letto come un programma da leader. E in effetti crescono le sue quotazioni come leader della prossima Unione europea, forse addirittura presidente della Commissione o del Consiglio europeo. Del resto la riconferma dell'attuale presidente della commissione Ursula von der Leyen appare sempre più difficile. Draghi piace a molti in Europa. Sembra anche al presidente ungherese Viktor Orban, che ieri dopo averlo ascoltato ha detto: «Non so se sarà presidente ma mi piace, è bravo».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Aprile 2024, 06:00
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