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Inoltre, spiegano i quotidiani comaschi, disse di dover pagare anche il ricovero dell'altro figlio, finito in cura dopo la morte della sorella. Secondo le accuse, l'indagato è arrivato anche a promettere un interessamento, alla donna e a suo marito, per una cura inesistente innovativa contro il tumore, mai arrivata in Italia.
Nel giro di pochi mesi, Proto era riuscito a farsi consegnare circa 130 mila euro attraverso cariche su carte di credito postali.
I soldi venivano poi prelevati in contanti dallo stesso Proto, accusato anche di auto riciclaggio per avere poi girato i proventi della truffa su conti di gioco on line. Era stata la stessa donna, qualche mese più tardi, a denunciare la truffa. In assenza di un risarcimento, il gip ha disposto la confisca dei 130 mila euro all'indagato, che ha precedenti specifici e che per ora rimane in carcere.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Novembre 2019, 10:39
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