Truppe russe già in Ucraina, Biden: «Mosca pagherà un prezzo carissimo». Donbass, perché la regione è contesa

Truppe russe già in Ucraina, Biden: «Mosca pagherà un prezzo carissimo». Donbass, perché la regione è contesa

di Claudio Fabretti

«La Russia pagherà un prezzo carissimo». All’indomani della decisione di Putin di riconoscere le repubbliche separatiste del Donbass e dell’invio delle truppe russe in territorio ucraino, gli Stati Uniti rispondono con le sanzioni. «Saranno più dure di quelle del 2014», ha precisato il presidente Joe Biden, che ha annunciato «una prima tranche di sanzioni contro due istituzioni finanziarie russe, il debito sovrano, e da domani contro le elite e le loro famiglie».

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L’azione militare americana, invece, sarà puramente difensiva: «Noi non attaccheremo mai Mosca - ha spiegato Biden - ma difenderemo il territorio della Nato in ogni suo centimetro». Anche per questo Washington, oltre a «continuare a fornire armi difensive all’Ucraina», ha già autorizzato «un dispiegamento aggiuntivo» di truppe nei paesi Baltici membri dell’Alleanza atlantica. I timori di una escalation bellica crescono però di ora in ora. La mossa di Putin infatti, secondo la Casa Bianca, non è altro che «l’inizio dell’invasione russa in Ucraina», che potrebbe portare le forze di Mosca a «marciare su Kiev». Timori condivisi dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha ammonito: «È il momento più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni. La Russia sta facendo esattamente ciò che avevamo previsto: ci sono tutte le indicazioni di un attacco su larga scala da parte di Mosca».


Sulla linea delle sanzioni anche l’Europa. Nel mirino soprattutto banche, oligarchi e accesso ai mercati. Ma la risposta più forte arrivata finora dal Vecchio continente è lo stop al gasdotto sottomarino Nord Stream 2, annunciato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’Ue prosegue anche l’attività diplomatica, che però non trova al momento alcuna sponda a Mosca. Pare sfumata anche la possibilità che si tenga l’atteso vertice tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il segretario di Stato Usa Blinken. 
«La possibilità che Kiev abbia armi tattiche nucleari costituisce una minaccia strategica per la Russia», ha detto ieri Vladimir Putin, affermando che vuole «la smilitarizzazione dell’Ucraina».

E a conferma della gravità della situazione giunge anche la notizia che Mosca ha già deciso di evacuare tutto il personale diplomatico russo dall’Ucraina. 

Donbass, quel bacino carbonifero filo-russo

Un territorio ad alto tasso russofono, ma anche un ricco bacino carbonifero. Questa è la regione contesa del Donbass, bacino del Donec, dal nome dell’omonimo fiume che lo attraversa. Una zona dell’Ucraina orientale al confine con la Russia, che si estende in tre “oblast” (regioni), tra cui quella di Donetsk, la città principale. Nel Donbass, oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta. Da qui anche le pulsioni secessioniste che si manifestano da diversi anni.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Febbraio 2022, 08:46
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