La Corea del Nord ha la bomba H: dopo il test scoppia il terremoto. Preparativi per nuovo lancio

La Corea del Nord ha la bomba H: dopo il test scoppia il terremoto. Preparativi per nuovo lancio

di Michelangelo Cocco
La Corea del Nord ha annunciato di aver sperimentato con pieno successo la bomba all'idrogeno, un'arma di distruzione di massa più potente delle atomiche statunitensi che nel 1945 uccisero circa 200mila giapponesi a Hiroshima e Nagasaki.

Il test sotterraneo - che ha causato un terremoto di magnitudo 5,7 - è stato effettuato ieri mattina nell'impianto di Punggye-ri, nella parte nordorientale del paese asiatico. Secondo le rilevazioni fatte da Seul, a esplodere è stata una carica di 50-60 chilotoni, 5-6 volte più devastante di quella del precedente esperimento atomico del regime, nel settembre 2016.

Poche ore prima dello scoppio, Kim Jong-un era apparso alla tv di Stato mentre, circondato dagli scienziati del Partito dei lavoratori, osservava un grosso cilindro metallico che, secondo la KCTV, era proprio una bomba H miniaturizzata, in grado di essere montata su un missile balistico intercontinentale (ICBM). Gli esperti indipendenti dubitano che il programma militare di Pyongyang abbia già raggiunto un simile stadio, ma concordano su un punto: la sperimentazione di Kim procede a tappe forzate, registrando progressi notevoli. Per l'agenzia di stampa KCNA «tutte le componenti della bomba H sono state fabbricate in patria permettendo così al paese di produrre quante armi atomiche vorrà», nonostante l'embargo delle Nazioni Unite.

Unanime la condanna internazionale. Il segretario di Stato, Rex Tillerson, ha dichiarato che gli Stati Uniti proporranno contro Pyongyang «le sanzioni più dure». Con una raffica di tweet, Donald Trump ha definito quelle di Kim «azioni estremamente ostili e pericolose per gli Stati Uniti», e bollato la Corea del Nord come uno «Stato canaglia» contro il quale «la Cina sta provando a dare una mano, ma con scarso successo». Infine il presidente Usa ha avvertito il premier sudcoreano, Moon Jae-in, che «il suo tentativo di dialogo» con il Nord «non funzionerà, perché loro capiscono soltanto una cosa!». C'è da dire anche, comunque, che poco prima dell'una della notte appena trascorsa, s'è appreso che le forze armate sudcoreane hanno condotto un'esercitazione simulando un attacco contro un sito nucleare nordcoreano, con l'utilizzo di caccia F15 e di un missile balistico. Lo riferisce l'agenzia Yonhap online.

Il governo cinese ha espresso «una decisa opposizione e una ferma condanna» per il comportamento dell'alleato nordcoreano, al quale è legato dagli anni Sessanta da un trattato di collaborazione militare. La Russia ha invitato al dialogo: secondo Mosca l'unica via per risolvere questa crisi. Il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin hanno concordato ieri di gestire in maniera adeguata la vicenda e si sono dichiarati fedeli all'obiettivo della denuclearizzazione della penisola coreana, riferisce la Xinhua da Xiamen, dove è in corso il summit dei paesi Brics. Il segretario Onu Guterres parla di «grave violazione» e chiede a Kim Jong-un «di rispettare pienamente i propri obblighi internazionali».

Dure le reazioni anche in Europa. «L'Ue - ha commentato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk - è disposta rafforzare le sanzioni contro la Nordcorea. Angela Merkel ed Emmanuel Macron fanno sapere in un comunicato congiunto che la Corea del Nord «calpesta con i piedi il diritto internazionale, e per questo la comunità internazionale deve reagire con determinazione e unità di fronte a questa nuova escalation». «A fianco al Consiglio di sicurezza dell'Onu anche l'Ue si sente chiamata in causa», continua il comunicato, nel quale si riferisce di una telefonata fra i due leader. Ma secondo fonti dell'Eliseo, le telefonate tra Merkel e Macron avrebbero coinvolto anche Gentiloni. L'Italia e la Germania «condividono la posizione della Francia sulla necessità di una reazione internazionale forte di fronte al potenziale ulteriore sviluppo del programma nucleare nordcoreano - riferiscono le fonti - e tale reazione deve concretizzarsi in nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang». Nel suo incontro con il Consiglio coreano dei leader religiosi, papa Francesco ha esortato i convenuti a «seminare la speranza di un avvenire» e a farsi «banditori di pace», affinché non prevalga «la retorica dell'odio».

Nonostante l'approvazione, il mese scorso, dell'ennesimo pacchetto di sanzioni contro Pyongyang, Kim conferma la sua strategia: costringere gli Stati Uniti al dialogo e, nel frattempo, accrescere il potere di deterrenza (anche atomico) di Pyongyang, in modo da poter sedere a un eventuale tavolo delle trattative in una posizione di relativa forza.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Settembre 2017, 13:09