Kung Fu Nuns, le monache in Nepal che spiegano le mestruazioni alle ragazze: «Sveglia alle 4 e aiuto agli orfanotrofi». Cosa fanno

Oltre 300 vivono nel White Monastery chiuso ai visitatori in una vita dedicata agli altri, alla meditazione e al kung fu

Kung Fu Nuns, le monache in Nepal che spiegano le mestruazioni alle ragazze: «Sveglia alle 4 e aiuto agli orfanotrofi». Cosa fanno

di Morgana Sgariglia

Il Kung fu è un'arte marziale meditativa che ti prepara alle sfide della vita. Ne sono profondamente convinte le Kung Fu Nuns, monache buddiste che praticano kung fu nel Monastero Bianco di Katmandu, Nepal. Sono circa trecento donne che dedicano la loro vita ad aiutare le persone vulnerabili, educare le giovani adolescenti, visitare gli orfanotrofi, raccogliere i rifiuti, riparare le case e sensibilizzare alla protezione dell'ambiente.

Le sorelle sono un ordine appartenente al lignaggio Drukpa Kagyu, una setta millenaria del buddismo Vajrayana, guidata dal Gyalwang Drukpa. Le donne hanno iniziato ad apprendere questa arte marziale nel 2008, quando il dodicesimo Gyalwang Drukpa gli ha autorizzato l'addestramento, nonostante le secolari leggi buddiste che vietano l'esercizio fisico alle monache. Lo scopo dell'ordine è abbattere le barriere di genere in un Paese del Sud-Est asiatico che è ancora molto indietro sui diritti. Così, spiegano il funzionamento delle mestruazioni alle ragazzine in pubertà che provano imbarazzo a dirlo ai genitori, danzano e pregano in rituali che una volta erano off-limits per le donne. Perciò, dopo una diffidenza iniziale dovuta al loro genere, le persone hanno iniziato ad avere fiducia e a collaborare con loro.

La vita in monastero

Le monache, che hanno dai 9 anni in su, si alzano ogni giorno alle quattro di mattina per due ore di allenamento.

Il kung fu aiuta ad avere più sicurezza in se stessi, a stare in forma fisicamente e ad essere forti mentalmente. Altre attività dentro al monastero sono lo studio del buddismo e la meditazione. «Diventiamo monache - dice un'allieva ai microfoni di Al Jazeera - per cercare di trasformare l'egoismo in altruismo».

Le consorelle pregano, cucinano, mangiano e lavorano insieme. L'entrare in monastero non significa tagliare i ponti con le proprie famiglie, con cui sono in contatto e possono andare a visitarle, anche se il Monastero Bianco non è aperto al pubblico. Infatti, le danze e i rituali che performano sono solo per pratica spirituale.

Altruismo e consapevolezza mestruale

La loro missione nella vita è aiutare gli altri. Portano viveri, vivande, beni di prima necessità e cancelleria agli orfanotrofi in una nazione afflitta dalla mancanza di lavoro e acqua. Molte ragazze diventano monache per vivere una vita più dignitosa di quanto potrebbero se restassero a casa. Le novizie hanno due mesi di tempo per decidere se vogliono rimanere nel monastero.

Alle pendici dell'Himalaya molte donne sono discriminate: non ricevono un'educazione scolastica appropriata e sono riluttanti a parlare della sessualità, che si fa problematica con l'età adulta. Le monache vanno nelle scuole per cercare di normalizzare i cambiamenti del corpo durante l'adolescenza. Insegnano che cosa sono le mestruazioni, un tabù tra le ragazzine in ascolto, che a causa del silenzio sull'argomento, potrebbe incontrare serie complicanze. Le sorelle, quindi, distribuiscono pacchi di assorbenti per far superare lo stigma parlandogli autostima e  uguaglianza di genere.

L'impegno ambientale

Le monache imparano a dipingere, riparare dispositivi elettrici e a fare tanti altri lavoi fondamentali per la vita quotidiana. In particolare, organizzano delle squadre di pulizia per le strade di Katmandu assalite dalla spazzatura. La città ha una qualità dell'aria terribile dovuta al frequente incenerimento dei rifiuti. Ogni domenica mattina le sorelle girano le vie per ripulirle dall'immondizia con grandi sacchi bianchi e rossi con su scritto: «Live to Love».


Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Aprile 2024, 17:14
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