MEDIO ORIENTE

Gaza, scontri e raid: strage in due campi profughi. Israele: «A Jabalya colpita infrastruttura terroristica»

Le ultime notizie in diretta sul conflitto in Medio Oriente

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Bolivia rompe relazioni diplomatiche con Israele

La Bolivia ha annunciato oggi di aver rotto le sue relazioni diplomatiche con Israele «a causa dei crimini contro l'umanità commessi contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza».

Israele: colpita centrale terroristica

Nel campo profughi di Jabalya Israele ha condotto oggi un attacco su vasta scala «contro una infrastruttura terroristica che apparteneva al Battaglione centrale» di Hamas, impadronitisi di edifici civili.. «Un grande numero di terroristi sono rimasti uccisi. Fra questi, Ibrahim Biari, comandante del Battaglione centrale di Jabalya, responsabile della unità 'Nukhba» che ha condotto l'attacco omicida del 7 ottobre, in Israele. Lo afferma il portavoce militare israeliano in un comunicato.

Hamas: "Nei prossimi giorni libereremo alcuni ostaggi"

«Nei prossimi giorni rilasceremo un certo numero di stranieri in linea con il nostro desiderio di non trattenerli a Gaza». Lo annuncia il portavoce di Hamas, Abu Obeida, attraverso i canali Telegram.

Onu, Guterres: "Rispettare il diritto internazionale umanitario"

«Sono profondamente allarmato dall'intensificarsi del conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. La protezione dei civili da entrambe le parti è fondamentale. Il diritto internazionale umanitario stabilisce regole chiare che non possono essere ignorate, tutti devono rispettarlo». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. «Ribadisco la mia totale condanna degli atti terroristici di Hamas e condanno l'uccisione di civili a Gaza», ha aggiunto, rilanciando l'appello per un «cessate il fuoco umanitario immediato».

Hamas invoca forte presa si posizione dai Paesi musulmani

Dopo il bombardamento nel campo profughi di Jabalia, Hamas esorta i paesi arabi e musulmani «a prendere una posizione storica e decisiva per fermare i massacri» commessi da Israele, e quello che descrive come un «genocidio» contro il popolo palestinese.

Lo riferisce Al Jazeera online, secondo cui in un comunicato Hams afferma inoltre che «il massacro dell'occupazione terroristica sionista nel campo di Jabalia è tollerato da tutti i paesi, governi e organizzazioni che sostengono questa entità terroristica sionista».

Razzi da Gaza, sirene a Tel Aviv

Le sirene di allarme per i razzi da Gaza sono risuonate nel centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv. Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano. È la seconda volta durante la giornata.

Raid su un altro campo profughi a Gaza

«Sono almeno 15 i morti nel bombardamento aereo israeliano sul campo profughi di Nuseirat», nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa, precisando che sono stati colpiti due edifici residenziali e che «si ritiene ci siano altri cadaveri sotto le macerie».

Hamas: "Nel campo profughi 400 tra morti e feriti"

«Sei bombe da una tonnellata ciascuna sganciate sul campo profughi di Jabalya (a nord di Gaza, ndr) hanno provocato 400 tra morti e feriti»: lo afferma il ministero degli Interni di Hamas in un comunicato. Fonti locali aggiungono che si tratta di un bilancio iniziale, basato sulle vittime già trasferite al vicino ospedale "Indonesi". Molte altre vittime, secondo queste fonti, sono ancora coperte dalle macerie.

"Centinaia di morti nel campo profughi a Gaza"

Il bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalya, nel nord della striscia di Gaza, avrebbe provocato «centinaia di morti». Lo affermano fonti mediche locali, secondo le prime stime. Testimoni sul posto riferiscono che l'aviazione israeliana ha fatto ricorso ad una «cintura di fuoco», ossia ad un bombardamento serrato lungo un'intera striscia di edifici, «facendone crollare almeno una ventina». Le squadre di soccorso stanno convergendo sul posto. Il ministero della Sanità di Gaza, citato da al Jazeera, parla di un bilancio di almeno 100 morti «destinato a crescere».

Media: almeno 50 morti in bombardamento su campo profughi Jabalia

È di almeno 50 morti il bilancio di un bombardamento israeliano sul campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferisce il direttore dell'ospedale indonesiano citato da al Jazeera.

Crosetto: «Ipotesi ospedale da campo italiano a Gaza»

«Un altro C-130 dell'ItalianAirForce con la seconda tranche di aiuti umanitari per Gaza è atterrato all'aeroporto di Al Arish e si sta procedendo allo scarico del materiale. Nel frattempo stiamo organizzando la possibilità di portare a Gaza un ospedale da campo». Lo fa sapere il ministro della Difesa, Guido Crosetto su X.

 

 

Da Gaza 8mila razzi e colpi mortaio verso Israele da inizio conflitto

Dall'inizio del conflitto Hamas ha sparato da Gaza verso Israele 8.000 razzi e colpi di mortaio. Lo ha riferito il centro Meir Amit d'informazione d'intelligence e terrorismo, aggiungendo che «il 10% dei lanci sono stati difettosi». Le percentuali di successo dei sistemi di difesa Iron Dome risalgono invece ai primi giorni di guerra, dopo i quali le forze israeliane hanno preferito «non fornire informazioni utili al nemico». Fra il 7 e il 12 ottobre, secondo il centro Amit, sono stati lanciati 5.750 razzi: Iron Dome ne ha intercettati 590, e 100 hanno colpito obiettivi.

Gli altri sono caduti in zone disabitate.

Hamas: esercito israeliano avanza lungo due linee, duri scontri

L'esercito israeliano sta avanzando verso Gaza City lungo due linee, ma viene ostacolato dall'ala militare di Hamas «che è impegnata in duri scontri». Lo riferiscono le stesse Brigate Ezzedin al-Qassam. Nel settore centrale, superata la Sallah-a-din Road (principale arteria della Striscia) l'esercito punta verso l'ospedale turco per raggiungere in perpendicolare la strada costiera al-Rashid. Si trova, secondo queste fonti, a sud di Gaza City. La seconda linea è partita dal nord della Striscia. I militari hanno attraversato Beit Lahya e il rione Karameh e sono vicini alla via Nasser, non lontano dall'ospedale Shifa.

Allarme razzi da Gaza in centro Israele e zona Tel Aviv

Le sirene di allarme anti razzi da Gaza stanno risuonando nel centro di Israele e nella zona grande di Tel Aviv. Lo ha detto l'esercito. In aria si è sentito l'eco delle esplosioni dovute all'intercettazione da parte dell'Iron Dome.

Autorità Gaza: Israele entrato nella Striscia da nord-ovest

Le forze israeliane sono entrate nella zona nord-occidentale di Gaza ed erano presenti ad al Karama, un quartiere a nord di Gaza City, e su Salah al-Din Street, l'autostrada principale della Striscia. Lo ha dichiarato il ministero degli Interni di Gaza, citato dal New York Times. Il ministero ha aggiunto che le forze stavano cercando di raggiungere Al-Rasheed Street, un'autostrada costiera, «mentre cercano di separare il nord della Striscia di Gaza dal suo sud».

Forti combattimenti dentro Gaza tra soldati israeliani e Hamas

L'esercito ha segnalato forti combattimenti in corso tra soldati e miliziani di Hamas nel profondo di Gaza con dozzine di questi miliziani uccisi. Lo riportano i media.

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Israele intercetta un missile dal Mar Rosso

Dall'area del Mar Rosso è stato lanciato un missile contro Israele che è stato intercettato dal sistema di contraerea. Lo ha fatto sapere l'esercito.

Nuovi allarmi razzi in comunità Israele a ridosso di Gaza

Le sirene di allarme razzi da Gaza stanno continuando a risuonare nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia. Lo ha riferito l'esercito israeliano. Nel corso dell'ultimo attacco una casa nel kibbutz Nirim è stata centrata: non si segnalano, secondo i media, vittime

Oggi ingresso 80 camion aiuti a popolazione Gaza

Sono circa 80 i camion in ingresso oggi a Gaza dal valico di Rafah. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa israeliano segnalando che in questo modo aumenteranno in modo considerevole gli aiuti. Da lunedì scorso Israele ha consentito l'ingresso a un totale di 144 camion con cibo, acqua e medicine

Israele, ucciso comandante Hamas battaglione brigata nord

L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso il Comandante del battaglione di Beit Lahia della Brigata Nord di Hamas, Nasim Abu Ajina, che ha diretto «il massacro dello scorso 7 ottobre nel kibbutz Erez e nel Moshav di Netiv HaAsara». «In passato - ha aggiunto - Abu Ajina ha comandato la difesa aerea di Hamas e preso parte allo sviluppo dei droni e dei parapendii dell'organizzazione terroristica. La sua eliminazione riduce in modo significativo gli sforzi di Hamas di contrastare le attività di terra israeliane».

 

Israele: numerosi scontri contro Hamas a Gaza

Sono stati «numerosi i combattimenti dei soldati con le cellule dei terroristi» nelle operazioni in corso dell'esercito israeliano all'interno di Gaza. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che contro i soldati sono stati tirati sia missili anti tank sia fuoco di mitragliatrice. «I soldati - ha aggiunto - hanno ucciso i terroristi e guidato le forze aeree in attacchi in tempo reale su obiettivi e infrastrutture del terrore».

Israele: colpiti 300 obiettivi di Hamas

Sono stati circa 300 gli obiettivi di Hamas colpiti dall'esercito israeliano a Gaza nell'ultimo giorno. Lo ha detto il portavoce militare, includendo tra questi missili anti tank, postazioni di lancio e compound militari all'interno dei tunnel dell'organizzazione terroristica.

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Fonti palestinesi: circa 50 morti in raid notturni

Circa 50 persone tra cui molti bambini sono rimaste uccise e molte altre ferite stanotte da nuovi raid aerei dell'esercito di Israele sulla Striscia di Gaza, secondo fonti palestinesi citate dai media locali.

di Marco Ventura

Tre donne disperate siedono contro un muro di maioliche bianche e solo una, quella in mezzo, Daniel Aloni, parla dritta in una telecamera. Alla sua destra, Yelena Trupanov annuisce sottolineando una frase o l’altra della compagna di prigionia che si agita sempre di più e alla fine urla con tutto il fiato che ha in gola e un’angoscia non più trattenuta: «Ora! Liberaci ora!». Alla sua sinistra, Rimon Kirsht guarda a terra col capo reclinato, assorta nei suoi incubi. È il primo video diffuso da Hamas con l’appello di ostaggi israeliani, tre donne rapite il 7 ottobre e portate a Gaza. Ognuna ha già nel petto il peso del lutto. «Ciao Bibi Netanyahu», esordisce Daniel. Scandisce le parole in un crescendo di rabbia e dolore. «Siamo prigioniere di Hamas da 23 giorni. Sappiamo che doveva esserci un cessate il fuoco, tu avresti dovuto liberarci tutti, e invece stiamo qui sotto le bombe... Rilascia i loro prigionieri, liberaci, facci tornare alle nostre famiglie! O vuoi ucciderci tutti usando il nostro stesso esercito? Non basta che siano stati ammazzati cittadini israeliani? Stiamo pagando il tuo fallimento, politico e militare. Ti sei impegnato a liberarci e invece veniamo puniti per quel vostro pasticcio del 7 ottobre. Nessuno è venuto in nostro aiuto, nessuno si è preso cura di noi. Siamo innocenti, paghiamo le tasse allo Stato. Ma siamo prigionieri e tu vuoi ucciderci». Infine, l’appello accorato, urlato: «Liberaci ora! Ora!». A squarciagola. 
Daniel non è da sola nella sua prigione. Si sa quasi tutto delle tre donne ostaggio. Lei è stata rapita il 7 ottobre con Emilia, la figlia di 6 anni, mentre era in visita dalla sorella gemella, Sharon Aloni Konio, nel kibbutz di Nir Oz. Sharon è stata portata via insieme al marito e alle figlie gemelle di 3 anni. Yelena stava nello stesso kibbutz insieme a sua madre, al figlio e alla fidanzata del figlio. Tutti sequestrati. Il marito è stato ucciso subito. Del marito di Rimon, rapita nel kibbuts di Nirim, non si sa nulla, nella migliore delle ipotesi è tra gli ostaggi. Alle accuse di Daniel Aloni, terrorizzata da Hamas e forse con un preciso copione da seguire, il premier Netanyahu risponde con un messaggio. «Vi abbraccio. Il nostro cuore è con voi e con tutti gli altri ostaggi. Stiamo facendo il possibile per riportare a casa tutti i rapiti».

Poi, sul video: «Hamas ha voluto mettere in atto una crudele propaganda psicologica». 

Le trattative proseguono, in Qatar, in Libano e in Iran. Ma a Teheran gli Ayatollah fanno sapere che qualsiasi tentativo di liberare gli ostaggi si scontra con la prosecuzione dell’operazione di terra israeliana. In Qatar nel fine settimana è volato il direttore del Mossad, David Barnea. «Vedendo le immagini di questi tre ostaggi che invocano la libertà e ancora di più quelle di un bambino nelle braccia di un orco in un Kibbutz, la prima cosa che viene in mente è dire: facciamo qualsiasi cosa pur di liberarli», dice Alfredo Mantici, già capo degli analisti del Sisde e professore di Intelligence all’Unint. 

L’ANALISI
«Poi, però, subentra una riflessione più razionale: il 7 ottobre Hamas non ha compiuto solo un atto terroristico con presa di ostaggi, ma ha dichiarato guerra allo Stato di Israele con un’azione a sorpresa paragonabile a quella giapponese a Pearl Harbour, che però colpì soprattutto militari, marinai americani». La conseguenza è che «più che ostaggi, a Gaza ci sono prigionieri di guerra, che nella storia sono stati vittime dei loro connazionali, per esempio nel febbraio 1945 gli inglesi di notte, gli americani di giorno, bombardarono Dresda uccidendo più di mille prigionieri alleati in un campo alle porte della città». Inoltre, mentre gli ostaggi di Entebbe erano tutti raggruppati, in questo caso probabilmente «sono stati separati e distribuiti in decine di piccoli gruppi in tunnel sofisticatissimi, la possibilità di liberarli tramite blitz è irrealistica». Se sono prigionieri di guerra, «bisogna prima vincere la guerra, così la pensano i leader militari israeliani». Un’analisi fredda, che rievoca le tragedie del 1945, più che gli ostaggi occidentali in mano a Saddam («lui si rese conto dell’errore politico e li liberò») o dell’Isis, in cambio di denaro. “L’Impero del Sole”, di J.G. Ballard, racconta come la comunità civile inglese di Shangai fosse stata deportata nel ‘42 nel campo di Lunghua e liberata 3 anni dopo. «Alla fine della guerra», chiosa Mantici. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Novembre 2023, 22:21
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