Esercito e tank avanzano dentro Gaza City
Tre ostaggi in video accusano Netanyahu

Blitz dello Shin Bet, liberata una soldatessa. Il premier: «Nessun cessate il fuoco»

Esercito e tank avanzano dentro Gaza City Tre ostaggi in video accusano Netanyahu

di Giammarco Oberto

Ora i tank di Israele solo lì, tra le case sventrate alla prima periferia di Gaza. Dal loro ingresso nella Striscia, venerdì scorso, hanno avanzato lentamente, con cautela, alla ricerca di trappole esplosive da distruggere, degli sbocchi dei tunnel della famigerata “metropolitana di Gaza”. Un metro dopo l’altro, nei campi tra il valico di Erez e la città, hanno aperto corridoi sicuri per il dispiegamento rapido di mezzi e truppe alla periferia di Gaza City. Ed ora ci sono, quel che resta dell’enclave palestinese è davanti a loro. I carri armati hanno a tiro, e quindi il totale controllo, della Salah-al-Din Road, la strada principale che “taglia” in due Gaza.

La guerra contro Hamas entra nella terza fase. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aprendo il consiglio dei ministri: prima fase, contenimento; seconda, martellamento dal cielo; terza, invasione di terra. «Siamo entrati nella terza fase della guerra, l'esercito avanza in maniera misurata ma molto potente all'interno della Striscia». Sarà una fase non breve: si suppone che l’esercito avanzerà lentamente tra le macerie di Gaza City, bonificando e mettendo in sicurezza ogni isolato, sotto il probabile tiro dei cecchini. Con tutti i negoziati per la liberazione degli ostaggi in alto mare, è così che l’Idf spera di trovare e salvare quanti più prigionieri possibile. Ieri allo Shin Bet - l’intelligence per gli affari interni - è riuscito un colpaccio.

Con un blitz notturno che ha impiegato decine se non centinaia di agenti sono riusciti a sorpendere i rapitori e liberare una soldatessa che era prigioniera di Hamas nel 7 ottobre del massacro: si tratta del colonnello Uri Magidish. La donna è in buone condizioni di salute ed è già tornata dalla famiglia. «Mi congratulo con lo Shin Bet e l'esercito per questo risultato importante ed entusiasmante. Un risultato che esprime il nostro impegno per il rilascio di tutti i rapiti» ha commentato Netanyahu. Che però nello stesso giorno ha dovuto incassare le accuse rivoltegli da tre donne priogioniere di Hamas e che ieri sono comparse in un video: «Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre. Non c'era l'esercito, non c'era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili» è il loro drammatico appello, che la tv israeliana non hanno trasmesso. «Ieri doveva esserci un cessate il fuoco. Ma non è stato così, noi siamo ancora qui sotto le bombe». Un video che il premier ha liquidato come «terrorismo psicologico». E ieri sera in conferenza stampa con i giornalisti esteri ha confermato: «Israele non cesserà il fuoco. Cìè un tempo per la pace, ora è quello della guerra».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Ottobre 2023, 06:00
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