Ora i tank di Israele solo lì, tra le case sventrate alla prima periferia di Gaza. Dal loro ingresso nella Striscia, venerdì scorso, hanno avanzato lentamente, con cautela, alla ricerca di trappole esplosive da distruggere, degli sbocchi dei tunnel della famigerata “metropolitana di Gaza”. Un metro dopo l’altro, nei campi tra il valico di Erez e la città, hanno aperto corridoi sicuri per il dispiegamento rapido di mezzi e truppe alla periferia di Gaza City. Ed ora ci sono, quel che resta dell’enclave palestinese è davanti a loro. I carri armati hanno a tiro, e quindi il totale controllo, della Salah-al-Din Road, la strada principale che “taglia” in due Gaza.
La guerra contro Hamas entra nella terza fase. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aprendo il consiglio dei ministri: prima fase, contenimento; seconda, martellamento dal cielo; terza, invasione di terra. «Siamo entrati nella terza fase della guerra, l'esercito avanza in maniera misurata ma molto potente all'interno della Striscia». Sarà una fase non breve: si suppone che l’esercito avanzerà lentamente tra le macerie di Gaza City, bonificando e mettendo in sicurezza ogni isolato, sotto il probabile tiro dei cecchini. Con tutti i negoziati per la liberazione degli ostaggi in alto mare, è così che l’Idf spera di trovare e salvare quanti più prigionieri possibile. Ieri allo Shin Bet - l’intelligence per gli affari interni - è riuscito un colpaccio.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Ottobre 2023, 06:00
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