Guerra Israele-Gaza, bambina di 9 anni morta per la paura di un razzo. Il papà disperato: «Tamar era sana»

La piccola dopo un bombardamento ha accusato un forte malore e non respirava più. La piccola era sana

Guerra Israele-Gaza, bambina di 9 anni morta per la paura di un razzo. Il papà disperato: «Tamar era sana»

di Redazione web

Un'altra vita innocente persa nell'atrocità della guerra. La paura negli occhi di una bambina di 9 anni. Tamar Tropiashvili è rimasta vittima di un bombardamento nella sua città, chiusa in casa insieme a sua madre. Priva di conoscenza, è stata trasportata all'ospedale Assuta di Ashdod, nel sud di Israele, dove i medici l'hanno curata per una settimana, poi l'epilogo tragico.

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Nascosta in casa

Al suono delle sirene, Tamar, insieme alla mamma e al suo cagnolino, si era rifugiata nella stanza protetta dell'appartamento e aveva chiuso la porta blindata. Per sentirsi più sicura, e più grande della sua età, con il papà che era al lavoro, ha preso anche un bastone e un coltello.

Quando le sirene hanno smesso di suonare, la piccola rantolava e non riusciva più a respirare. Solo dopo 30 minuti di manovre respiratorie, i paramedici del Magen David Adom, l'equivalente della Croce Rossa, sono riusciti a rianimarla ed è stata ricoverata in ospedale. Ma anche il ricovero in ospedale non è bastato alla fine per tenerla in vita.

La sepoltura

Ieri la giornata più triste per i suoi genitori, la sepoltura nel cimitero. «Non aveva mai sofferto di alcuna malattia, era perfettamente sana», hanno precisato durante il funerale i genitori, che ora si tormentano: «Non avevamo idea di quanto fosse enorme la sua paura». Tamar stessa, senza che i genitori lo sapessero allora, aveva cominciato a nascondere un coltello sotto al cuscino. La vicenda ha scosso l'opinione pubblica in Israele.

Messaggio universale

Dopo la morte irreparabile di sua figlia, il papà di Tamar ha voluto lanciare un messaggio per tutti i genitori: «Ascoltate bene i vostri figli, parlate con loro. Molti non sanno esprimere le loro paure e le custodiscono nei loro piccoli cuori, che possono anche cedere. Basta un attimo. Per Tamar non c'è stato bisogno di un missile, né di un razzo, né di una pallottola. È bastato un fischio che atterrisce l'anima, che scuote le stanze di quei cuoricini. È bastato questo - ha concluso - perché Hamas carpisse mia figlia».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Ottobre 2023, 22:43
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