Fattoria infestata da centinaia di coccodrilli: «Nessuno li compra». E si teme la fuga

Fattoria infestata da centinaia di coccodrilli: «Nessuno li compra». E si teme la fuga

di Domenico Zurlo
Bloccati da anni, e sono destinati ad aumentare sempre di più: è il destino di centinaia di coccodrilli, che si trovano letteralmente in un limbo in una fattoria in Cisgiordania, con tanto di paura e preoccupazione nel caso uno o alcuni di loro tentino di scappare o ci riescano.

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I rettili, portati nell’insediamento di Petzael a metà degli anni ’90 - scrive l'Independent - inizialmente dovevano essere un’attrazione turistica: ma le violenze e la tensione nella zona hanno allontanato i visitatori. Così un imprenditore, Gadi Biton, li acquistò sperando poi di rivenderli per la loro pregiata pelle: peccato che poi nel 2012 Israele approvò una legge che rendeva di fatto il coccodrillo un animale protetto, vietandone la vendita come carne o mercanzia.

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Biton per anni ha tentato di vendere gli animali all’estero, senza successo: così gli animali hanno continuato ad ‘oziare’ nella zona, riproducendosi a ripetizione (le femmine possono deporre anche 60 uova alla volta). In due occasioni sono anche fuggiti: l’ultima volta a scappare furono in 70, ricatturati solo dopo tre giorni di caccia.



«Abbiamo centinaia di coccodrilli in questa fattoria e nessuno sa cosa farne», ha detto, lanciando l’allarme, David Elhayani, capo del Consiglio regionale della valle del Giordano. «Non voglio pensare a cosa accadrà se altri coccodrilli scappino fino a raggiungere il fiume Giordano, ci sarebbe un incidente internazionale. Forse qualcuno si sveglierà e cercherà una soluzione rapida a questo problema». Le autorità israeliane, in particolare il Cogat, l’organismo di difesa che amministra gli affari civili, stanno lavorando per risolvere la questione, non senza accuse di scarsa collaborazione proprio al proprietario degli animali.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Agosto 2018, 13:29
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