L'acqua usata per raffreddare i reattori nucleari di Fukushima, in Giappone, dopo lo tsunami devastante del 2011 sarà riversata nell'Oceano Pacifico. Si tratta di un'enorme quantità idrica, un milione e trecentomila tonnellate di acqua, che fu usata per abbassare la temperatura dei tre reattori della centrale di Fukushima Daiichi, dopo il disastro di 12 anni fa.
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Scaricata nel Pacifico
Sarà una conduttura sotterranea a trasportare il liquido ad un chilometro al largo della costa, per agevolarne la dispersione nell'oceano; un'operazione bollata dal governo cinese di Pechino come «estremamente irresponsabile», ma approvata dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che ha dato il via libera allo scarico. Secondo l'agenzia, infatti, viene garantita la "linea con gli standard di sicurezza dell'Onu" ed è definito come "trascurabile" l'impatto radiologico per la popolazione e l'ambiente.
Parere positivo
È stato il governo giapponese a chiedere il parere dell’Aiea, per avallare un progetto che ha messo in crisi i rapporti politici con la Cina e suscitato proteste anche in Sud Corea e diverse isole del Pacifico e dei pescatori giapponesi, che temono un danno irreparabile di immagine per il loro prodotto ittico, molto famoso nel mondo, per la produzione di sushi.
Mille cisterne
In questi dodici anni le tonnellate di acqua, circa 200 al giorno, usate per raffreddare i tre reattori sono state chiuse in cisterne costruite intorno all’area del disastro, raggiungendo l'incredibile numero di mille cisterne, ma ora non c'è più spazio.
Crisi con Pechino
Secondo il governo giapponese diluendo l'acqua nell'arco di 30 o 40 anni non ci sarebbero rischi ambientali e l’acqua pompata nel Pacifico non supererà mai il livello che Fukushima riciclava normalmente ogni anno prima del disastro, ma la Cina ricorda che nessun rapporto positivo dell’Aiea, può liberare il Giappone dai suoi obblighi di fronte alla legge internazionale sulla sicurezza sanitaria e ambientale.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Luglio 2023, 15:35
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