Ricalcolo delle pensioni, quando l'Inps chiede migliaia di euro indietro. Ecco come difendersi

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Le lettere dell’Inps sono diventate negli ultimi anni un vero spauracchio per migliaia di pensionati: è successo infatti - e non a pochi - di ricevere più soldi del dovuto nella pensione, e l’istituto dopo qualche mese (o anno) si è ritrovato a dover chiedere quel denaro indietro. Una mossa spesso legittima, ma che provoca delle vere stangate dai mille ai 30mila euro per i pensionati stessi.

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Come spiega il quotidiano Il Giornale, c’è però un modo di difendersi per i pensionati che spesso vanno nel panico davanti alle comunicazioni di questo tipo di errore di calcolo. Specie quando non ci si è accorti della cifra eccessiva e non ci si è preoccupati di spenderla, magari per regali ai propri familiari o spese per la propria casa, ma non solo. C’è da dire innanzitutto che per legge l’Inps non può chiedere indietro le somme se l’errore è suo: in altre parole, se si riceve una cifra maggiore del dovuto per un errore dell’istituto, non c’è da preoccuparsi.

Diverso è il discorso se l’errore è dovuto al pensionato per via di dichiarazioni false o incomplete: in quel caso la differenza bisogna restituirla eccome.

Il quotidiano Il Giornale prende ad esempio il caso - illustrato dall’avvocato Celeste Collovato di Dirittissimo - che riguarda un pensionato che lo scorso settembre ha ricevuto la richiesta di oltre 29mila euro per un calcolo di pensione intercorso tra l’agosto 2015 e l’agosto 2020. Ma dopo il ricorso, in cui non si è configurato il ‘dolo’ da parte del cittadino ma l’errore da parte dell’Inps, l’istituto ha riconosciuto l’errore e ha annullato iln debito. La conferma che davanti a questo tipo di richieste, specie se così esose, prima di disperarsi per le cifre troppo alte è sempre il caso di rivolgersi ad un esperto.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Febbraio 2021, 18:20
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