Discount perché?

Discount perché?

di Alberto Mattiacci

Eurospin, Lidl, In’s, Todis, nomi familiari a chi fa la spesa. Identificano un tipo particolare di negozio (il termine tecnico è “formula distributiva”): il Discount. 
Discount è inglese: significa “sconto”, cioè la riduzione del prezzo di un dato prodotto/marca. Può assumere due forme: (i) percentuale (es. 10% in meno), (ii) monetario (es. 0,5 euro in meno). 
La cosa che caratterizza i Discount non è il fatto che lì dentro si facciano sconti (succede, infatti, ovunque) ma che tutti i prodotti lì offerti costino meno che altrove. Hanno, cioè, dei prezzi “normali” che corrispondono ai prezzi “scontati” di altri negozi.
Il RemLab della Cattolica di Piacenza dice che gli italiani fanno sempre più spesa al Discount: nel 2019 (anno pre-Covid) le vendite crebbero del 6,5%; nei primi dieci mesi del 2022, son cresciute più del doppio di allora (+13,4%). 
Un segno della crisi delle famiglie? Certamente sì ma non è solo perché difendono dal carovita che i Discount vendono di più. 
Lo fanno innanzitutto perché la loro presenza è cresciuta in tutto il paese -e quindi oggi hanno modo di andarci anche persone che prima non potevano farlo. 
Inoltre molti si sono accorti che: (i) alcune marche “famose” ogni tanto stanno anche lì e a prezzi inferiori; (ii) alcuni prodotti del discount non sono poi tanto peggiori di quelli delle marche importanti. 
Discount, oggi, non è solo difesa dall’inflazione, dunque, ma anche un nuovo atteggiamento di consumo più consapevole.

Un segno dei tempi, insomma.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Dicembre 2022, 08:44
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