«Ieri sono stati approvati i piani particolareggianti per Santo Spirito, Macchie, e Loseto di cui si discuteva da oltre 40 anni. Piani di dettaglio, nuove regole. Ho voluto chiudere così alcune cose con il passato. Stiamo facendo i calcoli per le perequazioni e non costruiremo più quartieri satelliti. Ci sono anche interventi anticipatori, riducendo i volumi. Le scelte fondamentali di questa città sono state già fatte, non le troveremo nel Pug». Bari attende il Piano urbanistico generale (Pug) da quasi 10 anni, secondo la normativa regionale dovrebbe sostituire il piano regolatore generale (Prg), e il sindaco Antonio Decaro fa il punto sul lavoro programmatico finora compiuto.
In attesa dell’approvazione prima del Comune e poi della Regione, rimane in vigore il quarantennale Piano Quaroni. L’amministrazione si è portata avanti nelle tappe per definire il nuovo piano urbanistico generale riscrivendo il documento programmatico preliminare, il Dpp. Il documento è propedeutico al varo del Piano urbanistico generale della città, ma non ha alcun valore cogente. Sull’idea di città del futuro, gli obiettivi da raggiungere sono chiari: ricompattare il tessuto urbano, ricucire le periferie, spostare volumetrie verso il centro e liberare spazi per la forestazione urbana. E il sindaco spiega: «Penso alle varianti ferroviarie a nord e a sud, alla variante della Statale 16, ma anche alla restituzione all’uso pubblico di spazi urbani in disuso cui abbiamo associato una nuova funzione urbana, con operazioni di rigenerazione del patrimonio esistente: il Cnr nella ex Manifattura, l’accademia delle Belle arti nella ex caserma Rossani, il parco della giustizia nelle ex Caserme Milano e Capozzi. Così è stato fatto per i cosiddetti assi di penetrazione della città: e in questo caso penso all’allargamento di via Amendola, ai nuovi collegamenti delle ferrovie in concessione, o al ponte Adriatico». L’idea fondatrice del Pug fa leva sulla progettazione comunitaria, cioè si avvale delle comunità locali, perché con la modifica dell’articolo 8 del titolo V la partecipazione dal basso è un diritto costituzionale.
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Settembre 2022, 05:00
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