Salt Bae, dalla prima bistecca mangiata a 13 anni a quella ricoperta d'oro: «Troppi 2.400 dollari? È il prezzo giusto»

Il macellaio più ricco del mondo è oggi un imprenditore

Salt Bae, dalla prima bistecca mangiata a 13 anni a quella ricoperta d'oro: «Troppi 2.400 dollari? È il prezzo giusto»

di Redazione web

Un gesto a favore di social lo ha reso famoso in tutto il mondo. Oggi tutti lo riconoscono con il nome di Salt Bae, ma in pochi conoscono la storia dell'imprenditore turco Nusret Gökçe. Nato in una famiglia poverissima, con sette figli, ha mangiato la prima bistecca a 13 anni. Meno di 30 anni dopo, è il macellaio più ricco del mondo, con 32 ristoranti e 4000 dipendenti. Amante di quel lusso che ha conosciuto solo dopo grosso sacrificio, è idolatrato dai giovani sui social e spesso al centro delle critiche per i prezzidei suoi locali (compreso quello della bistecca ricoperta d'oro). Nusret, più di 52 milioni di follower su Instagram, si è raccontato al Corriere della Sera.

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Salt Bae, l'infanzia in povertà

«A casa mia carne non se n’è mai vista, eravamo così poveri che a tavola c’erano solo una fetta di pane e un pomodoro», racconta della famiglia con sette figli a Pasali, un'area rurale della Turchia, dove il padre faceva il minatore. Ironia della sorte, proprio grazie al primo lavoro in una macelleria a 50 chilometri da casa è riuscito a mangiare la prima bistecca. Ha lavorato dalle 6 del mattino a mezzanotte, dormendo in bottega, fino a quando non ha chiesto al suo titolare di andare in Argentina per imparare a tagliare la carne come nelle steakhouse. Lui gli ha detto di no, ma con i soldi messi da parte ha comprato un biglietto aereo scontato ed è rimasto in Sudamerica per sei mesi: «Sono andato al consolato turco e ho detto: “Voglio imparare”. Non sapevo né l’ inglese, né lo spagnolo: al ritorno a Istanbul la gente parlava solo di me e il mio capo mi ha licenziato». Poi è andato negli Stati Uniti, con un visto per tre mesi, ed ha cominciato a lavorare in un ristorante turco.

Il primo ristorante

La svolta è arrivata quando un uomo d'affari, Mithat Erdem, ha voluto incontrarlo e gli ha proposto di aprire un ristorante insieme. «Voleva qualcosa di internazionale, tipo Knife. Gli ho detto: “Il mio nome è il brand”. La «et» finale di Nusret, in turco, significa carne». «Ho detto a Mithat: “Con questo accordo ti sei comperato la tua macchina da soldi”. Così è stato: in poco tempo ho “ripagato” la mia metà. Lavoravamo senza sosta 12 ore al giorno e portavo a dormire a casa mia il personale, avevo paura che il giorno dopo non si ripresentassero». Poi l'apertura di ristoranti in tutto il mondo grazie all’ingresso di Ferit Sahenk, un magnate turco. E in Italia?
«Vorrei aprire a Milano ma non c’è il posto giusto.

Sono alla ricerca di un locale su strada: non voglio un ristorante in cima a un grattacielo, come tutti».

I social

A renderlo riconoscibile ovunque quel gesto di spargere il sale che fu ripreso per la prima volta in un video da un cameriere. Da allora, era il 2017, è diventato il suo marchio di fabbrica. «È un qualcosa che proviene dal cuore, il mio timbro. Un po’ come Ronaldo quando fa il “siuuu” dopo un goal».

Lo criticano per i conti salati e per l'ossesisone per la ricchezza, ma lui non se ne cura. «Fino a 20 anni ho indossato abiti e scarpe di due taglie più grandi ricevuti in beneficenza. Oggi voglio il lusso». E se c'è qualcuno che pensa che la sua carne ricoperta d'oro abbia un prezzo salato (2.400 dollari), la risposta ce l'ha pronta: «Carne di altissima qualità: gli animali hanno ascoltato musica, sono stati massaggiati. È il prezzo giusto».


Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Giugno 2023, 12:51
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