«Corri mamma, papà mi ha pestato di botte». Sono da poco passate le 23 quando a una quarantenne, separata da poco, squilla il telefono. E’ la figlia adolescente che quella sera era affidata al padre. Piangendo le chiede aiuto. E’ disperata. A ripercorrere la tragica serata sono proprio la mamma e la figlia. Questa volta davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Viterbo.
Ad ascoltarle anche il padre, imputato per maltrattamenti in famiglia. «Quella sera mio padre - ha detto la ragazza - al termine di una discussione con la sua attuale compagna mi ha preso per i capelli e sbattuto contro il finestrino. E poi mi ha dato uno schiaffo prendendo l’orecchio». La violenza di pochi secondi, accaduti alla fine di luglio del 2020 a Nepi, però è solo l’apice. In oltre due ore di testimonianza madre e figlia raccontano di anni di maltrattamenti e botte. La prima a salire sul banco dei testimoni è proprio l’ex moglie, parte civile nel processo.
«La sera del ceffone - ha affermato - è nata perché la sua compagna stava insultando me e mia figlia e lui invece di difendere la ragazzina l’ha picchiata. Aveva dolore e siamo anche andate al pronto soccorso ma fortunatamente non c’era nessuna lesione all’orecchio.
A convincere la donna sarebbe stata proprio la figlia maggiore. «Una volta fece anche un video - ha detto ancora la donna - e la mandò alla zia. E’ lei che mi disse: “perché ti fai trattare così“. Mi picchiava anche quando stavamo nel letto. Calci e schiaffi davanti al figlio più piccolo. Lui aveva paura e allo stesso tempo tentava di difendermi, non lasciando il letto matrimoniale». A entrare nel dettaglio della convivenza è stata la figlia. «Mamma e papà hanno sempre litigato e da quando sono piccola che vedo lui alzare le mani su di lei. Quando si sono separati con la mamma stiamo meglio. E io con papà non ci volevo stare. Mio padre è fidanzato con una signora che ci insulta e a me non sta bene. Dice che la mia mamma è una cagna e lui dice che è vero. Per questo quella sera mi ha picchiata».
Le botte di quella sera si sono trasformate prima in una denuncia e poi in una misura cautelare. Da oltre un anno l’imputato non può avvicinarsi ad ex moglie e figli.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Settembre 2021, 13:27
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