Città del Vaticano – Alla guida di un auto decappottabile, con il cane nel sedile posteriore, un crocifisso che penzola dallo specchietto retrovisore e il gesto benedicente. La prima foto dell'ex arcivescovo di Danzica, monsignor Leszek Slavoj Glodz, ora nei panni di primo cittadino eletto a larga maggioranza in un piccolo paesino della Polonia, sta facendo il giro del mondo. La foto del vescovo-sindaco è diventata virale. Un'altra immagine, stavolta presa da un drone, mostra la sua nuova casa a Piaski, nel nord est del Paese. Una bella e comoda villa, probabilmente molto meglio dell'antico arcivescovado di Danzica dove finora ha risieduto l'arcivescovo prima di essere sollevato dall'incarico e punito dal Vaticano per avere gestito male alcune denunce di abusi di preti della sua diocesi.
Il Vaticano punisce vescovo polacco per aver coperto abusi, lui si candida a sindaco e viene eletto
<h2>L'indagine</h2>
Mentre si sta avviando a conclusione l'indagine affidata dal Papa al cardinale Angelo Bagnasco per fare luce sulle supposte coperture ai preti pedofili in Polonia, il caso del vescovo-sindaco sta facendo discutere. Ammonito dal Papa a non partecipare più ad alcuna celebrazione liturgica in pubblico l'arcivescovo - che ha sempre negato con forza ogni addebito - ha accettato la candidatura a sindaco in barba al Codice di diritto canonico che vieta assolutamente ai vescovi di ricoprire cariche pubbliche statali.
Il caso di Glodz fa tornare alla mente la scomunica comminata a suo tempo – nel 2008 - ad un altro vescovo, Fernando Lugo che in Paraguay si mise alla guida di una coalizione di centro-sinistra e venne eletto presidente sbaragliando la blindatissima candidata del partito Colorado (di centro-destra). L'ex vescovo – nel frattempo sospeso a divinis dal Vaticano - aveva ottenuto il 40,82% mentre Blanca Ovelar si era fermata al 30,72%.
La Congregazione dei Vescovi - all'epoca era guidata dal cardinale Re - dovette intervenire subito con la sospensione “a divinis”. Nella lettera ufficiale inviata al vescovo si leggeva: «Considerando la sua intenzione a non rinunciare all’incarico espressa il giorno di Natale, con sincero dolore compio il mio dovere infliggendo a Sua eccellenza, la pena della sospensione ‘a divinis’, proibendole anche di esercitare tutte le funzioni inerenti all’ufficio episcopale».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Giugno 2021, 13:59
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