PERUGIA Se la matematica non è un’opinione, a oggi con 35 giorni in presenza sui 156 effettivi, gli studenti dei licei perugini finiranno per passare alla storia come quelli che hanno fatto più Dad d’Italia. A differenza dei colleghi ternani che almeno una mesata in più sono riusciti a farla, a differenza dei colleghi dei tecnici che hanno potuto frequentare i laboratori un paio di volte alla settimana, i liceali delle scuole superiori della provincia di Perugia sono stati costretti a eleggere ad aula la propria abitazione per ben 121 giorni. Fatto che, se si eccettuano i sei giorni dalla fine di gennaio, che poi si sono risolti in tre per la turnazione del 50%, i liceali sono tornati a scuola solo per le tanto contestate prove Invalsi mai amate come quest’anno. Visti i presupposti é facile capire come mai si sono sviluppati a Perugia i comitati “Priorità alla Scuola” e “A Scuola” che raccolgono docenti ma soprattutto genitori. LA LETTERA APERTA
Uno stato di prostrazione che comunque è proprio anche degli addetti ai lavori. Una lettera aperta pubblicata prima delle vacanze pasquali sul sito della scuola da Giuseppina Boccuto, preside del Liceo Classico Mariotti di Perugia, sembra ben rappresentare il clima negli ambienti scolastici: «Qualche mese fa si parlava di iniziare la cosiddetta “fase 3”, chiamata “convivenza col virus”, si sperava in un ritorno abbastanza celere alla normalità della vita, anche scolastica. Invece purtroppo adesso siamo nella terza ondata del contagio, stremati dopo un anno di ansie, sofferenze, alti e bassi ed anche alle prese con la crisi economica». E la Boccuto coglie poi un aspetto riscontrabile in tante scuole: «La continua tensione può purtroppo sfociare facilmente, e a volte ciò sta succedendo anche nella nostra comunità scolastica, in depressione e demotivazione, oppure al contrario in manifestazioni di nervosismo, impazienza, polemiche che rasentano l’assurdo. I motivi di preoccupazione certo non mancano, e fra l’altro si avvicina la Pasqua e non sappiamo se subito dopo riprenderemo o meno la didattica in presenza».
Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Aprile 2021, 09:47
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