Menichetti (Tsunami-Italia): «Vaccinazioni: fare presto perchè siano efficaci. Plasmaterapia, chiusa la fase sperimentale»

Menichetti (Tsunami-Italia): «Vaccinazioni: fare presto perchè siano efficaci. Plasmaterapia, chiusa la fase sperimentale»

di Vanna Ugolini

Francesco Menichetti, umbro, direttore della Clinica di Malattie Infettive presso Azienda Ospedaliera universitaria Pisana, professore di Malattie infettive e investigator principale del protocollo di ricerca Tsunami Italia, che riguarda la terapia al plasma iperimmune contro il coronavirus.
Professore, lei si è vaccinato nei giorni scorsi. Come sta?

«Mi sono vaccinato con convinzione e sto bene. Il ragionamento è molto semplice: bisogna mettere sul piatto della bilancia i rischi che derivano dall'ammalarsi di coronavirus e i rischi del vaccino. Non ci sono dubbi che i primi sono molto più alti. Ho tenuto anche a rendere visibile questo mio gesto in quanto ha un valore simbolico».
 

Il vaccino è sicuro?
«E' stato approvato dall'Ema dopo una valutazione attenta basata su regole severe. Dobbiamo comunque continuare a studiare questi preparati nel medio e nel lungo periodo per raccogliere ulteriori informazioni».
 

Lei continua comunque a insistere sulla necessità di continuare a essere prudenti.
«Certamente. Per avere una protezione di popolazione con il vaccino ci vogliono milioni di vaccinati. Noi abbiamo davanti l'inverno e la riapertura delle scuole. Dobbiamo tenere in considerazione anche un'altra cosa: non è detto che quello che è permesso dalle regole sia sicuro. Il rischio di contrarre la malattia c'è anche facendo le cose che sono permesse: dall'andare a fare la spesa all'andare al lavoro. Il virus cammina con le nostre gambe. Dobbiamo stare attenti anche in casa: pensiamo a una famiglia dove la madre è infermiera, il padre lavora in un supermercato e i figli vanno a scuola: ognuno la sera torna a casa portando il suo bagaglio di rischio».

L'unica speranza dunque sono i vaccini.
«Dobbiamo sperare che arrivino in quantità sufficiente e che vengano somministrati con tempestività.

Già ora non siamo a regime e stiamo vaccinando negli ospedali e nelle Rsa e cioè in situazioni dove l'organizzazione è migliore. Abbiamo i frigoriferi, abbiamo il personale. Ora bisogna essere preparati per la seconda fase».

Quali sono i rischi maggiori in questa fase?
«L'organizzazione ha diversi colli di bottiglia: l'arrivo dei vaccini e il mantenimento della catena del freddo. Dopo il vaccino Pfizer che ha bisogno di essere conservato a meno 70 dovrebbe arrivare il Moderna, che, invece, deve essere conservato a meno 20. Altro nodo è l'organizzazione nei luoghi in cui verrà dispensata la vaccinazione; infine la gestione del personale. Bisogna organizzarsi, richiamare anche i medici in pensione se è necessario. Andrebbe riprodotta negli luoghi in cui si andrà a vaccinare nel territorio la situazione in cui si vaccina in ospedale. La velocità è indispensabile altrimenti rischiamo che la campagna vaccinale sia inefficace».

Lei è anche il principal investigator dello studio Tsunami-Italia . A che punto è lo studio?
«Lo studio è concluso e l'Istituto superiore di sanità sta analizzando i dati. Pochi giorni fa è uscito uno studio argentino analogo al nostro i cui risultati sono favorevoli al plasma. A certe condizioni, e se utilizzato precocemente, sembra funzionare. Speriamo che sia così anche per lo studio Tsunami».


Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Gennaio 2021, 13:43
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