TERNI L’ultima a chiudere, proprio in questi giorni, è l’edicola di fronte alla palazzina Alterocca, a metà di Corso Tacito. Quella di viale Brin, che distribuiva i quotidiani agli operai dell’Acciaieria, aveva già abbassato le saracinesche nell’anno sciagurato della pandemia, insieme a quelle di Marmore, di piazza San Francesco e di largo dei Banderari. Arrancano, vendono, si trasformano. Luci del mattino tra la nebbia, baluardi di informazione e intellettualità, le edicole sono state definite presidio essenziale di democrazia e hanno garantito un servizio ai cittadini durante tutto il primo lockdown. Ma le vendite dei giornali sono crollate del 70 per cento e sopravvive solo chi è riuscito a trasformare il proprio chiosco in una sorta di emporio per la vendita di souvenir, di giocattoli, di biglietti della lotteria e dell’autobus. Adesso per i giornalai spunta un contributo una tantum di mille euro su iniziativa del sottosegretario Giuseppe Moles, vicepresidente dei senatori di Forza Italia: «Un’operazione che rientra in un piano più concreto di salvaguardia del settore» . «Già, perché il bonus è un primo passo verso un processo di modernizzazione delle edicole» – dichiara la senatrice umbra Fiammetta Modena (Fi). «Per arginare il fenomeno di declino– aggiunge la senatrice – l’alternativa è trasformare le edicole in luoghi dove è possibile trovare una serie di servizi, come ritirare un pacco, i soldi o un certificato». Per Manuela Nobili, con il chiosco in piazza Dalmazia da trent’anni, figlia d’arte (la mamma aprì quello tra Corso Vecchio e piazza dei Bambini negli anni Sessanta), sarebbe una buona opportunità per le nuove generazioni. «Io ormai sono vicina alla pensione e non ho voglia di fare nuovi investimenti - dichiara Manuela - ma credo che ristrutturare un chiosco e digitalizzarlo, possa rappresentare un modello di lavoro adatto ai giovani.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Gennaio 2022, 23:36
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