Lubiana, notte in cella dietro le sbarre: l’ostello “Celica” è un’ex prigione militare

Lubiana, notte in cella dietro le sbarre: l’ostello “Celica” è un’ex prigione militare

di Sabrina Quartieri
Al “Celica”, che in lingua slovena significa “cella”, le notti si trascorrono dietro le sbarre, ma la mattina seguente, stranamente, non è vietato uscire e la colazione è inaspettatamente ricca. Che l’ostello di Lubiana non sia ospitato in un luogo qualsiasi lo si capisce subito andando sul sito, quando si legge che l’invito a pernottare è rivolto “a chi vuole provare l’esperienza di dormire in un ex carcere militare” che ha conservato molto della sua storia. Le stanze, infatti, seppur decorate sulle pareti con delle opere d’arte, hanno le sbarre di metallo al posto della porta e sulle finestre.
 
 

La prima vita del moderno ostello comincia nel lontano 1883 ai tempi dell’Impero austro-ungarico, quando viene realizzata la prigione che rimane attiva anche dopo la Seconda Guerra mondiale, con il passaggio all’esercito popolare jugoslavo. Poi, nel 1991, anno dell’indipendenza slovena, arriva l’abbandono della struttura detentiva, che però rimane incustodita solo per poco. È un gruppo di giovani uniti sotto l’egida della Rete per Metelkova (così si chiamava la zona della ex caserma) a voler offrire una seconda vita allo spazio. Ma alla richiesta rivolta alle autorità cittadine dell’acquisizione dei locali, per renderli un centro multiculturale, seguono lungaggini e nel 1993 si palesa lo spettro della demolizione dei palazzi vuoti.

Furono circa 200 sostenitori del progetto a impedire l’abbattimento con i propri corpi e, subito dopo, vari artisti indipendenti si trasferirono negli edifici dell’area. Molti di loro rimasero anche quando fu decisa l’interruzione della fornitura di energia elettrica e di acqua per costringerli ad andarsene. Oggi Metelkova è un hub culturale di riferimento a Lubiana, frequentato dai giovani per le sue performance artistiche e i suoi graffiti. Janko Rožič invece è quasi un idolo, per essere stato l’architetto incaricato della trasformazione della prigione nell’odierno “Hostel Celica”. L’obiettivo dell’associazione culturale-artistica Sestava che fondò per realizzare il suo sogno era dare vita in un ex carcere, e cioè un luogo di punizione chiuso, a un posto aperto e accogliente, che rappresentasse un punto d’incontro per i viaggiatori e gli artisti di tutto il mondo.

Sono serviti 10 anni a trasformare questo sogno in realtà, grazie anche ai finanziamenti del Comune di Lubiana e dell’Organizzazione studentesca dell’Università di Lubiana. Durante la ristrutturazione, più di 80 artisti provenienti da tutto il mondo hanno lasciato la loro impronta nelle 20 celle, tutte decorate in modo diverso che, insieme ad altre 9 camere più confortevoli, sono diventate le stanze del moderno ostello sloveno gestito da “Ljubljana Castle”. L’“Hostel Celica”, per il suo passato, ogni giorno alle ore 14 è aperto a chi vuole fare un tour per conoscere aneddoti e vicende legate al microcosmo carcerario militare. Con il prezzo delle doppie pari a circa 56 euro, la struttura è apprezzata dai viaggiatori (i primi ci hanno dormito nel luglio 2003) e dalle guide turistiche: se per Lonely Planet è "L’ostello più hippie”, per Rough Guides è tra i “25 posti top in cui pernottare”.
 
 
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Giugno 2020, 19:58
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