Nel torneo pugilistico dei Giochi di Rio ci sono stati casi di verdetti molto discutibili, a favore dei pugili di casa (ma Robson Conceicao ha vinto l'oro nei leggeri meritatamente) ma non solo, primo fra tutti quello che ha visto vincitore il russo Evgeny Tishenko contro il kazako Vasiliy Levit nel match per l'oro dei massimi. E c'era stato il caso anche del peso gallo irlandese Michael Conlan, che dopo aver perso con il russo Vladimir Nikitin nei quarti di finale si era tolto la canottiera in segno di protesta e aveva mostrato il dito medio ai giudici gridando sul ring che non avrebbe mai più combattuto nel pugilato 'olimpicò. Così i media di vari paesi hanno ricominciato a chiedersi se dietro non ci sia corruzione, e a chiedere di nuovo l'abolizione della boxe dal programma dei Giochi.
«Per quanto riguarda la corruzione - continua la nota dell'Aiba -, vorremmo ribadire con forza che, se non saranno evidenziate prove tangibili, non semplici voci, continueremo a usare qualsiasi mezzo, comprese le azioni legali o disciplinari per proteggere il nostro sport e la comunità di giudici e arbitri la cui integrità viene continuamente messa in discussione.
L'organizzazione non scoraggia valutazioni soggettive delle parti che si ritengono insoddisfatte del verdetto. Accettiamo il parere di tutti, li invitiamo a farsi avanti e a fornire la prova di quanto affermano al fine di prendere provvedimenti opportuni e immediati».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Agosto 2016, 22:42
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