Spalletti-Italia, come sarà la sua Nazionale? Il debole per Frattesi, il recupero di Romagnoli-Casale e il ruolo di Raspadori

L’apertura alla possibilità di allenare una nazionale è datata 4 giugno, al commiato dal Napoli. L’Italia è la sfida più affascinante

Video

di Pasquale Tina

Un gioco spettacolare ma anche vincente. È il marchio a denominazione di origine protetta di Luciano Spalletti. Allenatore maniacale che cura ogni aspetto. Ha conquistato i tifosi del Napoli con il lavoro ma soprattutto con lo scudetto, arrivato dopo ben 33 anni di assenza. Lucio ha creato una macchina perfetta valorizzando al meglio il materiale messo a disposizione dalla società. 

IL DIAMANTE KVARA

Per qualsiasi informazione chiedere a Khvicha Kvaratskhelia, il diamante sgrezzato dal tecnico toscano. Bastone ma anche carota per completare la maturazione del georgiano, diventato con lui un vero e proprio uomo squadra. Victor Osimhen è forse il capolavoro meglio riuscito. Il numero 9 si è trasformato in uno dei migliori attaccanti d’Europa, il secondo della new generation dopo Haaland. Il capocannoniere dello scorso campionato ha aggiunto al suo repertorio tante opzioni che lo hanno reso devastante: il colpo di testa, la sponda per i compagni, oltre ovviamente ad una freddezza da bomber vero, e 26 gol. Ma l’elenco è lungo. Lucio ha fatto diventare Lobotka il miglior regista d’Europa, ha rivalutato Rrahmani ed Elmas e ha reso Di Lorenzo il miglior terzino del Continente con un’interpretazione del ruolo moderna e innovativa. Su e giù per la fascia, ma anche la capacità di stringere in mediana per creare la superiorità numerica in fase di costruzione. Di Lorenzo in azzurro sarebbe uno dei suoi fedelissimi, capace di trasmettere allo spogliatoio le sensazioni giuste di un allenatore che ha fatto bene ovunque, ma ha realizzato il suo capolavoro a Napoli. Punterà sicuramente su Meret, come vice Donnarumma: il feeling con il friulano è scattato soltanto nella seconda stagione, ma poi è diventato solido. Buono pure il rapporto con Politano. L’estate prima dello scudetto, le strade sembravano sul punto di separarsi, poi è tornato il sereno e l’attaccante cresciuto nella Roma ha offerto il suo contributo per lo scudetto. E poi c’è Raspadori.

Lo ha voluto fortemente la scorsa estate per varare il suo 4-2-3-1, ma il Napoli è diventato perfetto con il 4-3-3 e Jack ha faticato a trovare la sua precisa collocazione. 

JACK MULTIUSO

È stato vice Osimhen nel girone di Champions, poi ha sostiuito anche Kvara. Spalletti lo ha provato anche da mezz’ala – esperimento proseguito da Garcia adesso – ma non ha avuto il tempo perché c’era uno scudetto da blindare. Lo farà a Coverciano. Raspadori può fare il centravanti atipico oppure giocare alle spalle della prima punta. I giovani ci sono e rappresentano il terreno preferito di Lucio che ha sempre avuto un debole per Frattesi (lo ha seguito quando era a Napoli), senza dimenticare ovviamente Barella e Tonali, adesso due certezze del calcio italiano. Senza contare che potrebbe riproporre in Nazionale Romagnoli e Casale, coppia difensiva di ferro dell’ultima Lazio, che Mancini ha trascurato. Il materiale c’è, Lucio aspetta la chiamata finale per definire l’accordo. L’apertura alla possibilità di allenare una nazionale è datata 4 giugno, al commiato dal Napoli. L’Italia è la sfida più affascinante. Lucio c’è. Il famoso anno sabbatico potrebbe ridursi semplicemente a qualche mese di vacanza. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Agosto 2023, 09:28

© RIPRODUZIONE RISERVATA