Serie A, buon compleanno. Domenica 90 anni di storia, dalle maglie senza numeri al Var

Serie A, buon compleanno. Domenica 90 anni di storia, dalle maglie senza numeri al Var

di Marco Lobasso
Novant’anni e non sentirli. O forse sì. Il 6 ottobre 1929, una domenica, come quella che arriverà tra due giorni, prendeva il via la serie A di calcio. La prima edizione a girone unico, la prima di una lunga serie che ha condotto questo nostro amato campionato pallonaro a diventare il più famoso d’Europa e forse del mondo. Allora le 18 squadre entrarono in campo nelle 9 sfide in programma, tutte rigorosamente senza numeri dietro le maglie (arriveranno dieci anni dopo, nel 1939), c’era un arbitro, due guardialinee e palloni di cuoio così duri che, sotto la pioggia, meglio non colpire di testa. Oggi, novant’anni dopo, siamo arrivati al Var e ai mille arbitri (non sempre utili) disseminati in campo e negli stadi. 

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Le polemiche e i meccanismi di allora, comunque, sono rimasti gli stessi di oggi: proprietari dei grandi club che vogliono comandare, il Palazzo (che allora era in mano ai fascisti e al presidente federale Leandro Arpinati) a mediare, le piccole società a protestare, i tifosi a subire gli eventi e, qualche volta, a fare già allora i violenti. In quel piovoso 6 ottobre di novant’anni fa scesero in campo fuoriclasse e sconosciuti. La stella era Guseppe Meazza dell’Ambrosiana (nome fascista per cancellare Internazionale) che spinse la squadra allo scudetto e vinse il titolo dei bomber con 31 reti. C’era il promettente attaccante Volk della Roma che conquistò il Testaccio (ma i giallorossi andarono ko 3-1 con l’Alessandria all’esordio).

C’era la Juve di Combi che un anno dopo vincerà lo scudetto (e poi altre 4 volte di seguito). C’era un giovanissimo Nereo Rocco calciatore, alla prima uscita con la Triestina, ripescata insieme a Lazio e Napoli, per far partire la serie A a 18 e non a 16 squadre. Era il calcio del Milan che diventava Milano e Genoa Genova, per compiacere Mussolini. Era il pallone di club nella storia e oggi un po’ dimenticati come Pro Vercelli e Pro Patria, di nomi leggendari come quello del tecnico austriaco Arpad Weisz, mago dell’Ambrosiana-Inter di quel tempo, di numeri record, come i 970 gol segnati in quella prima stagione di serie A a girone unico, alla faccia di chi pensa che il calcio di allora fosse fatto solo di 0-0 e poco spettacolo. Ieri come oggi, che gol e spettacolo non mancano, ma con in più un super tecnologico Var, che sta sostituendo, nelle azioni e nelle coscienze, i nostri cari arbitri e che sta raffreddando (ma solo un po’) la nostra passione. Buon compleanno, serie A. Supererai anche questa.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2023, 09:08

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