Roma, ora parlino i Friedkin: Mourinho e Zaniolo non devono restare soli

Roma, ora parlino i Friedkin: Mourinho e Zaniolo non devono restare soli

di Alessandro Angeloni

E ora, parlino i Friedkin. Serve la voce del padrone (dei padroni). José Mourinho è l’uomo forte, può bastare? No. Nicolò Zaniolo, talento in erba, rischia di sgretolarsi? Sì. L’allarme è rosso: vanno protetti, sostenuti, accompagnati nelle loro ribellioni, che poi sono le ribellioni di tutti quelli che vogliono bene alla Roma. Non possono essere lasciati soli, la voce di Mou - seppur forte - non è sufficiente davanti a certi (numerosi) episodi sfavorevoli, il secondo perché è un patrimonio tecnico ed economico del club e, pur mettendoci del suo con comportamenti spesso al limite, in campo viene trattato come l’uomo da colpire, non al pari di altri illustri colleghi, che in campo fanno un po’ quello che vogliono, non a caso Mourinho ha citato Zlatan, Bonucci, Chiellini e Lauraro Martinez. Respetc, questo è auspicabile, il minimo sindacale. 

LE VOCI FORTI

In questi casi, la voce della società aiuta (anche a capire perché la Roma giochi così male e sia così discontinua), ma al momento non esiste una figura “politica-calcistica” che possa prendere in mano la situazione da un punto di vista comunicativo e pratico. I Friedkin non parlano ed ora che lo facciano, anche per il bene dei loro onerosi investimenti. E non bastano più interventi indiretti perché è ovvio - come fanno sapere - che ci sia unità di intenti tra l’allenatore e il club. Serve una doppia voce, forte: da una parte l’allenatore, dall’altra la proprietà, che continua a mettere soldi in circolo ma non vede la luce e rischia di non vederla per un bel po’, se questo è il trend in campo e non sembra arrestarsi. E chissà quando arriveranno i primi ricavi veri, da giustificare certi investimenti, forse quando la Roma non sarà più considerata “piccola”, quando sarà fatto lo stadio che, come noto, è un progetto ambizioso ma ancora in embrione. non pioveranno soldi in un anno, insomma. Mourinho parla, si lamenta, sabato ha fatto la foto - ancora una volta - realistica della stagione, al di là dell’ultimo episodio Vasquaez-Abraham. L’annata della Roma non si racchiude certo in questo contrasto al limite, evidente e dubbio, evidenziato nell’ultima partita all’Olimpico. Mourinho sa bene che i problemi nascono da prima, non certo da Roma-Genoa, non c’è solo Abisso, ma l’elenco è lungo, Orsato, Aureliano e cosi via. Ci sono episodi che convincono poco il club e l’allenatore stesso, che sono in sintonia ma alla fine si espone quasi sempre e solo uno: qualche tempo fa è intervenuto Pinto, siamo all’unicum. La Roma nell’ultimo mese ha assunto un consulente, Gianpaolo Calvarese, ex arbitro. Che non detta una linea vera e propria, interviene come informatore, su episodi discussi, discutibili come l’ultimo che ha portato all’annullamento della rete di Zaniolo. Calvarese ha fatto notare a qualche dirigente giallorosso come quel contrasto fosse punibile. Ma questa non è la linea della Roma, altrimenti l’ex arbitro avrebbe sancito una spaccatura tra tecnico e società. La Roma sa che il fallo poteva essere fischiato, questo è evidente. Ciò che ha lasciato dubbi è il perché l’uomo alla Var, Nasca, sia stato così celere nell’intervento, al contrario di quanto fatto qualche mese prima a Torino, in occasione di Juve-Roma, quando Cuadrado aveva stoppato la palla con la mano prima del gol di Kean. Poi c’è il capitolo Zaniolo, che ricorda il primo Totti, in balia degli eventi e dei suoi atteggiamenti.
 

OCCHIO A NICK

Nick, come sostiene Mou, non è tutelato, paga il fatto di essere in un club «piccolo», per dirla alla Mourinho.

Debole il club e deboli i giocatori, in questo caso Zaniolo, a rischio deprezzamento. Come apre bocca, ammonito. Come alza un po’ la voce, espulso. E’ il pensiero espresso da Mourinho, che si riferisce a quei giocatori che, per molto peggio, non subiscono sanzioni arbitrali, vivendo nell’impunità/immunità. Di Nicolò ha parlato anche Milena Bertolini, ct della Nazionale italiana femminile: «Ultimamente ha delle difficoltà, va aiutato, va educato. Poi in quel caso l’arbitro doveva fare la sua parte, ma non per questo giustifico l’atteggiamento di Zaniolo», scatenando l’ira social dei tifosi della Roma La verità è che la Roma non è debole, è solo silenziosa, ma questo è un problema. Mou protesta, così come i tifosi, tutti i Roma club, Airc e Utr, ora serve la voce del padrone. Perché non diventi una questione personale tra l’allenatore e la classe arbitrale, alla quale forse non sta troppo simpatico. Dai tempi dell’Inter. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Febbraio 2022, 00:57

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