dal nostro inviato
MILANO
«Non veniamo qui a fare le comparse». Daniele De Rossi a testa alta, qui a San Siro, che conosce da giocatore e non da tecnico. Ma da uomo di calcio, è uno stadio che ama. Come tutti, del resto. L'Europa League gli ha regalato il Milan, che non ha incontrato e né incontrerà in campionato. I rossoneri hanno battuto due volte la Roma di Mourinho e l'ultima sconfitta è costata cara allo Special: senza quella sfida di quasi tre mesi fa, non ci sarebbe la squadra di DDR. E non ci sarebbe stata soprattutto la cavalcata che ha condotto i giallorossi a ridosso del quarto posto, recuperando 17 punti alla Fiorentina, 13 alla Juve e alla Lazio, 9 a Napoli e Atalanta. Al Milan, no, i punti tra Pioli e De Rossi sono gli stessi: 26. Ecco, proprio questa parità attenua il distacco ideologico tra i due club: il Milan signore d'Europa, la Roma signorina, almeno stando ai risultati degli ultimi due anni, e questo grazie anche a Mou. Se non ci fosse stato quel Milan-Roma, magari non ci sarebbe nemmeno questo doppio confronto europeo tra DDR e Pioli, un quarto di finale figlio dei due turni superati con Feyenoord e Brighton. De Rossi ora è qui e se la gioca, a modo suo, i presupposti, e la voglia, di continuare a stupire, c'è.
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LE DIFFERENZE
È tutto diverso da quella gelida notte al Meazza lo scorso gennaio: diversi i risultati, l'atmosfera, la fiducia, oggi c'è più la visione di futuro e quello di De Rossi passa anche da questo doppio impegno, oltre che dallo sprint in campionato. Il clima è lo stesso, fa freddo in questa vigilia quasi come tre mesi fa. Daniele è molto simile a Pioli nell'idea di calcio: ama il gioco offensivo, il coraggio ma a differenza del collega, a volte mette da parte l'estetica per la sostanza. La difesa a tre oggi è un rifugio, prima un dogma. Un rifugio che può essere utile anche stasera per far fronte alle svolazzate di Leao e Theo, e per stare stretti intorno a Giroud, che dell'area è il re, specie di testa.
LO STADIO DEI SOGNI
De Rossi qui a Milano, ora è l'ospite, ma crede nei suoi calciatori e in se stesso. «San Siro era lo stadio che volevo rivisitare, e ci ha pensato l'Europa League a portarmi qui. Mi trasmette emozioni enormi, è uno stadio che trasuda gloria. Qui sempre notti di grande calcio, siamo felici di esserci. E pronti». Pronti anche ad affrontare il temibile duo Leao-Theo? «Lì con la palla fanno male a tutti. Bisognerà sacrificarci, senza snaturarci. Noi magari abbiamo paura di loro, ma loro avranno paura di Dybala, che sta da quella parte. Pioli? Lo stimo, è andato bene in ogni squadra, di qualsiasi livello. Si è sempre evoluto. Il suo Milan è bello, armonico. E in condizione. Ci sentiamo alla pari? Noi abbiamo tutto da perdere, perché vogliamo la semifinale. Non veniamo a fare le comparse: il pareggio non esiste. Dobbiamo provare a vincere, a San Siro e poi all'Olimpico. Senza calcoli». Pioli si aspetta un altro Real-City. «Sarà un bello spettacolo, anche per i possibili colpi dei singoli. Non credo che siamo molto distanti dal livello della Champions. De Rossi sta facendo un ottimo lavoro perché è credibile e si fa seguire dalla squadra. Non è stato facile superare la Roma di Mourinho, e stavolta sarà diverso. I giallorossi hanno cambiato approccio e posizioni in campo, abbiamo studiato le partite con lui in panchina. Ma è arrivato il momento di dimostrare la nostra forza».Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Aprile 2024, 09:25
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