Milan, gli azionisti furiosi: "Galliani
vada via, ci sta facendo fallire"

Milan, gli azionisti furiosi: "Galliani vada via, ci sta facendo fallire"

di Luca Uccello
«Mi sarei aspettato che Galliani si dimettesse e che Berlusconi tornasse a fare il presidente onorario. Anche nel Milan è necessario un ricambio generazionale». A dirlo è uno dei storici azionisti rossoneri, Giuseppe Gatti. Uno dei più critici in questi anni. «Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto. Non possiamo dire che le responsabilità siano state di Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic. Le responsabilità sono della dirigenza».

Cina o no, i tifosi del Milan oggi sono stanchi e parlano di «club tecnicamente fallito». Non ce la fanno più. Lasciato da solo (assenti Barbara Berlusconi, Paolo Berlusconi e l'avvocato Cantamessa), Galliani ha assunto la presidenza dell'assemblea per l'approvazione del bilancio, che ha visto perdite per 89,3 milioni di euro (quelle effettive sono 93,4), interamente ripianate da Fininvest, e per tutta la sua durata ha dovuto difendersi dagli attacchi dei presenti che ne chiedevano la testa. Una situazione difficile da gestire anche per le innumerevoli domande fatte alla società tanto da dover sospendere l'assemblea per più di un'ora e trovare le risposte. Le parole del signor Gatti non sono rimaste le uniche. E gli attacchi al club sono arrivati da più fronti e su tanti temi: dai risultati allo stadio al Portello, passando per il rosso in bilancio fino al numero dei tesserati con una conclusione che riassume il pensiero del popolo rossonero.

Ad avere la forza di dirlo è il socio Boriani: «Ogni anno ci viene spacciata la squadra come competitiva, il fatto è che poi ci sono dei risultati che dicono il contrario e ci riportano alla realtà. Di questa squadra di giocatori da Milan ce ne sono 3-4, la colpa non è da addossare agli allenatori, bisogna considerare colpevole chi è scollato dalla realtà e non fa nulla se non dire siamo ancora competitivi. Da 5 anni siamo la barzelletta del calcio internazionale e non facciamo nemmeno più ridere». Galliani non sa cosa dire, resta in silenzio.

Altra domanda: «Quali sono i benefici economici dell'operazione Casa Milan?» Poi viene chiesto dello stadio di proprietà, dei costi sostenuti per continuare a giocare a San Siro. Dall'avvocato Filippo La Scala viene affrontato il numero dei dipendenti tesserati della società rossonera che è di 172 (64 calciatori e 108 tecnici), contro i 99 (51 calciatori e 48 tecnici) della Juventus e i 53 (27 calciatori e 26 tecnici) del Napoli. Il costo azienda di ciascuno di detti tesserati è di 865.000 euro circa. Come si giustifica un numero doppio di tecnici rispetto a quelli tesserati dalla squadra campione d'Italia negli ultimi 5 anni?».

Ma non solo: per la prima volta in 31 viene proposto un Cda alternativo (Galliani dixit con tanto stupore e delusione, ndr) formato da Rivera, Maldini, Albertini, Boban, Seedorf e una riduzione del 50% di quello attuale visti i non risultati ottenuti. Ma il golpe allo Stato rossonero non riesce. Infinite le accuse, liquidate con una risposta da Galliani: «Il Cda sta prendendo tutte le iniziative per sovvertire questo trend negativo».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Aprile 2016, 08:33

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