I settant'anni di Lato, l'ala polacca che sfidò l'Olanda di Crujiff

I settant'anni di Lato, l'ala polacca che sfidò l'Olanda di Crujiff

di Massimo Sarti
I mondiali del 1974 secondo categorie tricologiche. La coppa, vinta dalla Germania, venne alzata al cielo dai riccioli di Beckenbauer affiancati dalla foltissima chioma del “maoista” Breitner. Il rivoluzionario calcio totale dell'Olanda, battuto in finale, aveva non solo l'immensa classe, ma anche i capelli lunghi dei vari Crujiff, Neeskens, Haan, Rep e Krol. Ma marchio del gol, in controtendenza, aveva la fronte alta e già stempiata di Grzegorz Lato, imprendibile ala della Polonia giunta terza (dopo aver eliminato nel primo girone la brutta Italia del ct Valcareggi) e capocannoniere del torneo con sette reti.

Lato compie oggi 70 anni, essendo nato l'8 aprile 1950 a Malbork, antica capitale della Prussia. Ma già ai tempi in cui solcava le fasce dei campi, proprio per l'incipiente calvizie, sembrava più “anziano” della realtà. Anche dalle immagini degli album delle figurine Panini che in Italia venivano diffuse in occasione dei Mondiali. Lato ne giocò tre, per complessivi 11 gol. Salendo due volte sul podio: terzo in Germania nel 1974, terzo in Spagna nel 1982. Il nostro Mundial, con la Polonia che affrontò due volte l'Italia di Bearzot, nello 0-0 eliminatorio di Vigo e nella semifinale del Camp Nou di Barcellona decisa da una doppietta di Pablito Rossi.

Lato era un elemento di esperienza. La stella della Polonia era quello Zbigniew Boniek che di lì a poco avrebbe vestito (insieme a Le Roi Michel Platini) la casacca della Juventus. Per quel salto “al di qua” della cortina (dal nostro punto di vista) che Lato riuscì a fare solo a 30 anni. Non però per il Real Madrid o il Barcellona, che lo avevano cercato dopo il Mondiale del 1974, ma c'era una barriera che Grzegorz non poté attraversare. Andò invece ai belgi del Lokeren, lasciando il piccolo club dello Stal Mielec, che aveva condotto a suon di reti a due titoli di Polonia (1973 e 1976) e ai quarti di Coppa Uefa nel 1976. Un'altra staffetta con Boniek sarebbe avvenuta anni dopo, nel 2012, quando Zibì avvicendò proprio il senatore Lato (che nel frattempo si era dato alla carriera politica) alla guida della Federazione polacca.

Pochi capelli ma tanta corsa, tanta classe e tanti gol: 45 in 100 partite in Nazionale, terzo nella graduatoria all time guidata dai 60 centri di Robert Lewandowski, bomber nato dopo la caduta del muro di Berlino. E questo, a livello di guadagni economici e di popolarità, fa tutta la differenza del mondo rispetto a Lato, “giovane vecchio” grande protagonista di un calcio ai più rimasto nascosto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Aprile 2020, 17:51

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