Calcioscommesse, indagini chiuse per 130.
Frode sportiva per Conte. Spunta Colantuono

Calcioscommesse, 130 indagati verso il rinvio a giudizio. Conte accusato di frode. E spunta il nome di Colantuono

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Ci sono calciatori, ex calciatori, dirigenti e allenatori: 130 nomi che scottano. E c’è il ct Antonio Conte accusato di frode sportiva. Dopo 4 anni di indagini, è stato depositato ieri il 415 bis, l’atto di chiusura delle indagini sull’inchiesta del Calcioscommesse condotta dalla Procura di Cremona.





A una ventina di persone è contestata l’associazione a delinquere, tra gli altri, al giocatore della Lazio Stefano Mauri, all’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, all’ex attaccante della Nazionale Beppe Signori, a Stefano Bettarini, ex calciatore e ora presentatore tv. Il nome nuovo è quello di Stefano Colantuono, allenatore dell’Atalanta, citato per la stessa ipotesi di reato in relazione alla gara di serie B Crotone-Atalanta del 22 aprile 2011 che finì 2-2 con una rete di Doni. Archiviazione invece per Bonucci e Criscito che causa l’inchiesta perse gli Europei del 2012.



Colantuono, Doni e il direttore sportivo atalantino, Gabriele Zamagna, secondo l’avviso di chiusura delle indagini, «in concorso tra loro, offrivano o promettevano denaro o altra utilità, o ne accettavano l’offerta o la promessa, e comunque compivano atti, anche fraudolenti, diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell’incontro di calcio Crotone-Atalanta in programma il 22 aprile 2011, in modo da conseguire il risultato finale di «over 2,5», conforme alle scommesse predisposte».



Quanto alla posizione del ct Antonio Conte, l'unico capo di imputazione dunque è quello di frode sportiva. E’ caduta l’accusa di associazione a delinquere. Dagli atti dell'inchiesta emerge che Conte è accusato di aver accettato «l’offerta o la promessa, e comunque» di aver compiuto «atti, anche fraudolenti, diretti ad ottenere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento dell’incontro di calcio Novara-Siena dell’1.5.2011, terminato 2-2, e comunque un risultato conforme alle scommesse effettuate».



«In particolare l’allenatore del Siena Conte - è scritto nell’avviso - comunicava ai giocatori del Siena che era stato raggiunto dalle squadre l’accordo sul pareggio, così condizionando, anche in considerazione del ruolo di superiorità nei confronti dei calciatori della sua squadra... il risultato». Più grave la situazione di Mauri, Doni e Signori. Al capitano della Lazio il procuratore Di Martino ha contestato proprio l’accusa di associazione a delinquere. «Decisione abnorme, sbagliata, illegittima e gravemente lesiva dei suoi diritti», spiega il suo legale, Amilcare Buceti. In autunno il via al processo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Febbraio 2015, 11:41

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