Pallavolo, il ct De Giorgi: «Consapevoli, ma umili. Agli Europei dovremo giocare bene sin dal girone»

Domani a Bologna, alla Unipol Arena, debutteranno contro il Belgio (alle 21.15) gli azzurri campioni continentali e mondiali in carica, inseriti nella Pool A anche con Germania, Estonia, Svizzera e Serbia

Pallavolo, il ct De Giorgi: «Consapevoli, ma umili. Agli Europei dovremo giocare bene sin dal girone»

di Massimo Sarti

Mentre le azzurre di Davide Mazzanti volano in Italia agli Europei femminili di pallavolo (3-0 ieri negli ottavi alla Spagna, martedì la sfida alla Francia nei quarti a Firenze), stanno per cominciare sempre in Italia gli Europei maschili.

Domani a Bologna, alla Unipol Arena, debutteranno contro il Belgio (alle 21.15) gli azzurri campioni continentali e mondiali in carica, inseriti nella Pool A anche con Germania, Estonia, Svizzera e Serbia.

L'Italia effettuerà tutto nel nostro Paese il proprio percorso sino alle eventuali semifinali e finali di Roma, al PalaLottomatica. Quanto sarà lungo questo percorso? Ne ha parlato il ct Ferdinando De Giorgi, per tutti Fefé, come quando giocava e conquistava in palleggio tre volte il titolo del Mondo, cui aggiungere quello da allenatore dell'anno scorso.

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«Il desiderio forte nostro, come di tutti coloro che puntano alle medaglie, è quello di giocarci le nostre carte sino all'ultimo giorno. Andiamo però un passo alla volta, per concretizzare i desideri bisogna passare dal lavoro».

A proposito dell'opposto Romanò, oggi titolare. Fu protagonista a sorpresa della finale europea del 2021 contro la Slovenia. Ha in mente qualche altro “coniglio dal cilindro”, quanche strategia particolare in un cammino che si spera più lungo possibile?

«Non è che si inventa nulla. Quello che ho cercato di fare è prepararci a tutte le situazioni e le evenienze. Quella volta nel 2021 Romanò lo conoscevano in pochi, ma noi nel lavoro giornaliero sapevamo quello che poteva succedere. Niente nasce all'improvviso: ho cercato di rendere la squadra più equilibrata possibile, di darle tutti gli anticorpi possibili. Poi ogni partita non solo non si deve, non si può giocarla in anticipo».

Come sta l'Italia, fisicamente e mentalmente?

«Bene. Abbiamo sfruttato al massimo i dieci giorni dopo la Volleyball Nations League (Italia quarta, ndr) per un lavoro fisico che servirà non solo per gli Europei, ma anche per le successive qualificazioni olimpiche in Brasile, che saranno un altro torneo lungo con sei-sette gare ravvicinate. Abbiamo investito molto in questo tempo, anche per lavorare sui segnali di squadra arrivati dalla VNL. Arriviamo consapevoli di aver dato il massimo. Poi vedremo cosa dirà il campo, ma con la coscienza a posto».

Cosa è rimasto dello splendido Mondiale del 2022 e cosa invece va cancellato per ripartire al meglio?

«Noi stiamo facendo un percorso, molto sul concreto. Il lavoro che facciamo è mantenere questa idea di crescita tecnica, ma anche di gruppo e valoriale. Dobbiamo tenerci la consapevolezza di essere una squadra molto competitiva, ma la componente dell'umiltà va coltivata giorno per giorno con la fatica quotidiana. È essenziale quando vinci.

Ci vogliono sempre nuovi stimoli, perché in questo momento della pallavolo internazionale ci sono tante squadre forti, ma non ce n'è una dominante».

Quali sono le avversarie che teme di più, prima nel girone e poi in generale?

«La Polonia che ha il roster più completo e più ampio, la Francia che ha grandi qualità, la Slovenia che ha una grande continuità ad alto livello. Tra le outsider metterei Serbia ed Olanda. Saranno Europei abbastanza impegnativi verso l'alto, a cominciare dal nostro girone che ci dovrà tenere belli arzilli, con squadre tutte con il loro perché, già dal Belgio all'esordio e considerato che avremo la Serbia. Non sarà un girone “di passaggio”, dovremo giocare bene».

Come commenta la scelta da secondo opposto del classe 2004 Alessandro Bovolenta, figlio di Vigor, ex azzurro della “generazione di fenomeni”, morto in campo per un problema cardiaco nel 2012 a 37 anni?

«Non abbiamo inserito solo “Bovo”, ma anche Tommaso Rinaldi (schiacciatore, ndr) e Giovanni Sanguinetti (centrale, ndr) come giovani alle prime esperienze. Sto cercando di vedere in questi ragazzi capacità e potenzialità, meritano questa opportunità. Tornando a “Bovo” certo ci sono i ricordi, ho giocato con il padre, ma assicuro a tutti che ho tenuto separate le due cose. È stata l'ultima scelta che ho fatto, ho guardato all'utilità per la squadra, Alessandro è un ragazzo molto interessante, sta bruciando le tappe».

Da quando è arrivato sulla panchina azzurra si è imposto agli Europei e ai Mondiali. Sente più orgoglio per quanto fatto o responsabilità di proseguire questo ciclo giovane e vincente?

«Mi sento orgoglioso di quello che stiamo facendo come percorso tecnico e valoriale. Conosco i meccanismi dello sport, per avere giocato prima e allenato poi: so benissimo che per continuare a vincere bisogna lavorare sempre di più e sempre più forte. Ed è bello che questo messaggio venga trasmesso da un gruppo giovane, non è vero che i giovani non hanno voglia di fare fatica. Sono orgoglioso, ma anche consapevole che bisogna sempre migliorarsi per restare in alto».

Siete favoriti per i successi degli ultimi due anni. Può pesare?

«Non siamo favoriti perché siamo nettamente superiori agli altri. Se lo siamo è per la fatica che abbiamo fatto tutti i giorni per vincere, non ci sono scorciatoie. Il fatto di aver vinto non ci dà vantaggio in termini di punti e di set. Come giocare in casa, anche se il pubblico farà la sua grande parte. Ma i palloni a terra dovremo metterli noi. Godiamoci comunque questo evento in Italia, bellissimo anche per quel che riguarda l'Europeo femminile».


Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Agosto 2023, 13:39
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