Nunzia De Girolamo conduce "Ciao maschio": «Al tempo di Tinder e dei social non c'è spazio per l'uomo alfa»

Da sabato su Rai1

Nunzia De Girolamo conduce "Ciao maschio": «Al tempo di Tinder e dei social non c'è spazio per l'uomo alfa»

di Marco Castoro

Nunzia De Girolamo ai blocchi di partenza con la nuova stagione di “Ciao Maschio”, il sabato in seconda serata su Rai1. Ospiti della prima puntata Carlo Conti, Lele Adani e Giovanni Esposito, uno dei personaggi del “Bar Stella”. Le puntate sono 12, «mi fermo il sabato di Sanremo e riprendo il sabato successivo. Questa volta – spiega la conduttrice – il cambiamento è strutturale. Lo studio è diverso, sono io a entrare in un club di soli uomini. Ingresso consentito solo a me e alle Karma B che mi affiancheranno anche quest’anno alla scoperta del maschio. Cambia il racconto, voglio andare ancora più a fondo dell’universo maschile ed entrare più intimamente nelle loro abitudini, sofferenze, gioie, umori. Fare uno spaccato generazionale, mettere a confronto di più i giovani per capire come si è evoluto il maschio nel tempo».

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Facciamo un po’ di psicanalisi, che idea si è fatta sul maschio, come lo analizzerebbe?
«Oggi la figura del maschio è messa in grande crisi da questo cambiamento della donna, la donna di successo, la donna ai vertici dello Stato, la donna indipendente, che lavora, anche per necessità viste le condizioni economiche del Paese. Sempre cresciuto con mamme e nonne, il maschio è cambiato sia nel rapporto con la donna sia nell’idea. Prima c’era il maschio alfa, il maschio che non piange mai, il maschio che non deve chiedere mai, che separa i generi».


Che fine ha fatto il maschio alfa?
«È finito. Perché i ragazzi non lo cercano più come modello. Un modello che invece c’è sempre stato e che è stato imitato, richiesto dalle condizioni familiari e dalla cultura del nostro Paese. Oggi i ragazzi sono meno legati sia ai pregiudizi sia ai vincoli, per cui vedo già una distanza generazionale e quindi tendo a fare un confronto, sempre rispettando i temi delle puntate che scelgo per discutere con i tre uomini ospiti».


A seconda della generazione ci sarà una reazione diversa…
«Nell’atteggiamento in primis. L’amore, tanto per cominciare, è vissuto in maniera differente. Ieri si corteggiavano le donne nelle piazze, oggi su Tinder. Ieri si mandava una lettera d’amore, oggi si mette un cuoricino o un like su Instagram. I mezzi di comunicazione hanno trasformato il maschio».


In meglio o in peggio?
«Voi uomini non vi definite mai con aggettivi negativi. Il meccanismo con il quale io intervisto prevede la domanda: definisciti con tre aggettivi, nei quali però non traspare mai insicurezza».


Magari il problema c’è ma il maschio non lo dice al contrario delle femmine che esternano di più gli stati d’animo…
«Mi è capitato di chiedere a maschi che si definivano con tre aggettivi positivi di dirmene almeno uno negativo e mi è stato risposto “diplomatico”. Ma che difetto è diplomatico? Questa è una caratteristica che va oltre le generazioni».


Le piace la collocazione del sabato in seconda serata?
«Molto complicata avendo contro la regina della televisione italiana (Maria De Filippi ndr). Strada tutta in salita, però io sono una donna che ama le sfide, mi piace molto la collocazione della seconda serata, un bell’esperimento. Quando con Coletta decidemmo quella fascia è perché si cercava di rilanciarla essendosi un po’ spenta sia su Rai1 sia su Rai2. Per cui la collocazione è bella, io mi sento una donna della notte perché la notte non dormo».


E che fa di bello?
«Leggo, scrivo, guardo i social, le serie Netflix».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Gennaio 2023, 22:44
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