'Maltese', una storia di mafia con Kim Rossi Stuart: "Mi sono ispirato a Ninni Cassarà"

'Maltese', una storia di mafia con Kim Rossi Stuart: "Mi sono ispirato a Ninni Cassarà"

di Michela Greco
«Quando tutto intorno a te sembra trascinarti verso il male, raccontare un eroe positivo mi è sembrata una possibilità preziosa”. Dopo 13 anni di assenza dal piccolo schermo, durante i quali si è dedicato soprattutto al cinema, Kim Rossi Stuart ha scelto Maltese - il romanzo del commissario per il grande ritorno.

In onda da domani sera su RaiUno alle 21.25 per quattro puntate, la serie prodotta dall’artefice del Commissario Montalbano Carlo Degli Esposti è ambientata nel 1976 e, al contrario dei successi di questa stagione (dallo Schiavone di Giallini a I bastardi di Pizzofalcone con Gassmann), non parte dalle pagine di un testo letterario. «Non è una storia vera ma ha molti elementi di realtà - ha spiegato Tinni Andreatta di Rai Fiction - e si inscrive nella migliore tradizione del grande racconto civile, sulla scia della Piovra, ma innovando il linguaggio».

Il commissario Maltese è un uomo di legge siciliano fuggito molti anni prima dalla sua terra e inseguito da un passato doloroso. Quando il suo migliore amico viene ucciso davanti ai suoi occhi, decide di tornare nella sua Trapani e affrontare la mafia, un mostro di cui all’epoca in molti negavano l’esistenza. «Il mio riferimento è stato il commissario Cassarà - ha detto il protagonista - Uno di quegli uomini che hanno la vocazione di perseguire il bene, per quanto oggi sembri retorico e melenso, e che scelgono di combattere in prima linea. Viviamo in un meccanismo in cui quasi tutti, anche solo per negligenza, ci rendiamo partecipi del male: interpretare questo ruolo per me è stato quasi un percorso liturgico».

Maltese non è solo nella sua ricerca di giustizia che, allora come oggi, veniva perseguita anche attraverso il giornalismo libero e coraggioso. È Francesco Scianna a incarnare il cronista ispirato a Mauro Rostagno, anch’egli, come Cassarà, poi ucciso dalla mafia, mentre l’attrice tedesca Rike Schmid interpreta la sua fidanzata fotografa, ispirata a Letizia Battaglia. In questo racconto immerso nella Sicilia degli anni ’70, dove la lotta per la verità si scontra con la violenza delle intimidazioni, non mancano suggestioni molto contemporanee, tanto che il produttore non esita ad accostare i personaggi della serie “agli operatori che lavorano sulle navi delle Ong e in questi giorni vengono infangati”. “ «Siamo governati dalla paura di non lasciare un segno - chiosa Kim Rossi Stuart - spronati da questa sensazione di vacuità arriviamo persino a scegliere il male come gesto per innalzarci sugli altri».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Maggio 2017, 08:53
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