Talk show, crollano gli ascolti: "Gli italiani
preferiscono la cronaca perché più reale"

Talk show, crollano gli ascolti: "Gli italiani ​preferiscono la cronaca perché più reale"

di Donatella Aragozzini
ROMA - L'informazione pura piace al pubblico, in particolare quella dei canali all news, i talk show non più. A ribadirlo è l'ultimo report di Sotel.tv, il Servizio Opinioni Teleutenti, che promuove solo Otto e mezzo, dove Lilli Gruber è più apprezzata di Giovanni Floris che l'ha sostituita per circa un mese, e Omnibus.





«La crisi dei talk show è speculare alla crisi della politica – spiega il massmediologo Klaus Davi – la gente preferisce la cronaca perché ci si identifica di più, è più reale, mentre nei talk c'è un senso di nullità e i temi sono spesso autoreferenziali. La loro unica salvezza potrebbero essere le elezioni anticipate, perché potrebbe tornare ad esserci interesse nella politica».



Nonostante tutto, i talk continuano comunque a fare notizia. È il caso di Servizio pubblico, che dopo la lite Santoro-Travaglio lascia da stasera spazio alle 6 nuove puntate di Announo, in prima serata su La7 con la conduzione di Giulia Innocenzi, e di Gazebo, la trasmissione di Rai3 finita improvvisamente sotto i riflettori per alcuni servizi “scomodi”, come quello sul ghetto di Rignano Garganico, all'origine di una polemica via Twitter (e non solo) tra politici pugliesi, o quello sugli scontri tra gli operai dell'AST e le forze dell'ordine, voluto dalla Digos perché mostrava un funzionario di polizia ordinare la carica sui manifestanti. E infine fa notizia diMartedì, che con il suo magro 5,55% di share due sere ha quasi eguagliato Ballarò (5,77%).



«Sono ascolti ancora molto lontani da quelli che faceva Floris un tempo, ma piano piano sta crescendo – commenta Davi – in questa débacle non è un cattivo segnale, quindi chapeau».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Novembre 2014, 08:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA