Amadeus: «La mia eredità? Canzoni radiofoniche e allegria»

Al via l’ultimo Festival del direttore artistico: «Niente politica»

Amadeus: «La mia eredità? Canzoni radiofoniche e allegria»

di Totò Rizzo

Trenta canzoni trenta, l’una contro l’altra, più una trentunesima che è quella che ha vinto lo scorso anno, con il suo interprete, Marco Mengoni, promosso al ruolo di co-conduttore. Più le incursioni di Fiorello, dal suo quartier generale nel glass o, al massimo, rigorosamente dalla platea (vietato superare il golfo mistico e salire sul palco). Più le votazioni della sala stampa e la prima classifica parziale. Bene che vada, si faranno le 2. Per i nottambuli ci sarà poi “Viva Rai2…! Viva Sanremo!”, ovvero un Dopofestival 3.0, un Fiorello a ruota libera, anche se lui assicura che la durata sarà comunque quella del suo “mattin show”, ovvero 45 minuti. E saranno, così, già le 3 di notte o giù di lì. Bentornati a Sanremo, edizione 74, quinta e ultima, assicura lui stesso, dell’era Amadeus (il sipario si alza alle 20,40, Rai1). Con i giornalisti nuovamente ospitati nella vecchia sala stampa al Roof dell’Ariston (dopo tre anni di confino, causa Covid, al Casinò) e dunque gongolanti.

Perfino Amadeus si vede più bello («ho le stesse luci di Paola Ferrari»). Gongola anche Rai Pubblicità con l’ad Giampaolo Tagliavia sicuro di battere il record del 2023 che superò 50 milioni di euro. Il sindaco Alberto Biancheri è una Pasqua, nonostante sia Carnevale, perché la città è «frizzante e piena di famiglie che arrivano da ogni parte d’Italia». Forse sono meno contenti gli abitanti di corso Matteotti, perché l’Aristonello (ribattezzato così il glass fiorellesco versione festival) è proprio piazzato all’angolo, tra l’Ariston vero e la piazza attigua, e di dormire per una settimana non se ne parlerà proprio («si sono gemellati con via Asiago a Roma», scherza lo showman che da lì fu quasi cacciato). Sanremo show non risente di alcuna influenza tele-meloniana. Amadeus: «Non ho avuto nessuna indicazione dall’azienda, l’ad Roberto Sergio non mi ha fatto nemmeno una telefonata per chiedermi “chi ci sarà, chi non ci sarà”. I miei festival non sono mai stati schierati politicamente, tanto che quando ho avuto attacchi sono stati bipartisan». A chi gli chiede se sarà davvero l’addio risponde: «Sono lusingato dall’affetto della Rai e del pubblico, ma anche le cose più belle hanno una fine». Al suo successore chiederebbe di preservare due caratteristiche dei suoi Sanremo: «L’attenzione ai giovani e alla musica che entra nelle classifiche, e la leggerezza, l’allegria: al di là dell’istituzione, il festival è una grande festa nazionale».

Oltre alla musica, quest’anno nessun monologo. «Solo racconti. Stasera ospiteremo la mamma di Giò Giò, Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista napoletano ucciso per un parcheggio. Domani sera Giovanni Allevi che torna in pubblico ci parlerà della sua malattia. Giovedì, infine, Stefano Massini e Paolo Jannacci interpreteranno una canzone stupenda, inedita, sul tema dei morti sul lavoro». Tornando ai brani in gara, Fiorello lo provoca: possibile che fra trenta non abbia avuto la sensazione che uno in particolare potrebbe vincere? «Gli altri anni non mi era mai successo, ma stavolta credo che sabato sera, nella top five, ci sarà una sorpresa che nessuno si aspetta».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Febbraio 2024, 06:45