'Ostaggi', Michela Andreozzi alla Sala Umberto: “Lo siamo tutti, in qualche modo”
di Simona Santanocita
Che donna interpreti?
«Una ex infermiera, indurita dalla vita che, per esigenze economiche decide di fare la escort, ma mantiene immutato il suo altruismo».
Ostaggi
«Lo siamo tutti: di un ruolo, di una condizione sociale, di un pregiudizio».
E delle convenzioni sociali?
«Sono una testa calda, una ribelle. Anche professionalmente sono sempre stata un cane sciolto, ho sempre peregrinato».
Radio, cinema, teatro e tv qual è la sua casa? «Dov'è mio marito (l'attore e regista Max vado, ndr). Artisticamente il teatro, perché è meno vincolante, conta di più il talento e la risata del pubblico non si può barattare con nulla».
Quanto le donne sono prigioniere della loro immagine?
«Molto. Lo specchio è tiranno; ma si può patteggiare».
Tieni al tuo aspetto? «Molto: è lo strumento con cui lavoro».
Passioni
«Leggere e viaggiare».
Dopo Ostaggi?
«Ho finito di girare il film di Massimiliano Bruno, Beata ignoranza e proseguirò la tournée Maledetto Peter Pan e, dopo quattro anni, torno in scena con mio marito in Ring, 17 quadri sulla vita di coppia».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Novembre 2016, 09:16
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