JONIS BASCIR: IL RAZZISMO PER RIDERE E PER RIFLETTERE IN “BEIGE”, A TEATRO

JONIS BASCIR: IL RAZZISMO PER RIDERE E PER RIFLETTERE IN “BEIGE”, A TEATRO

di Alessandra De Tommasi
Dai tempi di Un medico in famiglia per tutti solo Jonis e non serve pi il cognome (Bascir) per capire di chi si sta parlando: oggi quel percorso da “straniero scomodo” a “divo nazionalpopolare” passa dai toni tragicomici dello spettacolo Beige. L’importante di essere diverso.



Cosa racconta questo monologo?

Parla di alcuni argomenti senza drammatizzare e io, da personaggio conosciuto, divento megafono per difendere chi non ha la voce di farlo. Essendo nato e cresciuto per strada mi sono sempre fatto rispettare e ora metto in scena alcuni episodi che mi sono successi prima di diventare famoso.



Ad esempio?

La signora che sul bus che vedendomi metteva la borsa sotto l’ascella o al semaforo inseriva la sicura per paura di essere derubata. Poi la tv mi ha “dato il passaporto” rendendomi noto e nessuno si preoccupava più di me.



Altre svolte in arrivo?

Sto scrivendo le musiche per il film di Marco Risi, Tre Tocchi: debutto come colonna sonora al cinema entrando dalla porta d’ingresso.



Tornerebbe alla fiction?

Non lo so. Dopo 10 anni in una serie tv mi venivano offerte solo parti che non mi divertivano più. Allora ho deciso di non scegliere i progetti per il guadagno: volevo riprendere le redini di questo lavoro e ricordarmi che l’ho scelto perché mi piaceva.



Quale biografia la tenterebbe?

A Cuba, in Arabia o in Brasile ci sono personaggi simili a me per il colore della pelle, ma qui è difficile trovarne. Se mi offrissero di interpretare Jimi Hendrix accetterei anche domani, tanto chitarra e parrucca ce l’ho già.



Domani (15 febbraio) è l’ultimo giorno utile per partecipare al premio letterario Under30 organizzato dalla sua associazione culturale per i giovani scrittori. Perché dovrebbero provarci?

Scrivere è una necessità, non puoi farne a meno. Io l’ho capito da grande, non a scuola, e adesso comporre musica è per me l’apice della gioia.



Legge ancora per i suoi figli?

La più grande, a 11 anni, lo fa da sola, ha già finito due volte tutti i libri di Harry Potter ed è stata precoce a leggere e scrivere come la sorella. Il piccolo di 6 anni preferisce Topolino e Geronimo Stilton. Io, intanto, spero di realizzare un film dal romanzo Polvere di lago.



Di cosa parla?

È un libro che ho divorato perché ripercorre la storia di un popolo antico venuto alla luce da un sito archeologico.



Cos’altro le piace leggere?

Con tre figli il tempo è poco e devo ritagliarmi piccoli momenti, ma di recente ho letto un saggio di scrittura creativa per il cinema.



Ci si ricollega così al monologo di Beige?

Sì, è un flusso di coscienza. Scrivere è bello,determinante e salutare.



Prima diceva che la scrittura l’ha aiutata molto, ma c’è stato un momento in cui ha davvero temuto per le discriminazioni?

A parte gli episodi a cui ho fatto riferimento o controlli su controlli a cui mi sottoponevano in aeroporto, il momento peggiore per il mio colore è stato durante la massiccia immigrazione dal Nord Africa. Oggi invece i flussi maggiori arrivano dall’Est, ma comunque c’è sempre un’etnia tenuta sotto fuoco. Ecco perché Beige nasce da una doppia esigenza, mia personale e dei tempi, perché di certi argomenti bisogna parlarne. E raccontarli acquista un potere catartico che aiuta gli altri a non subire le stesse situazioni. Nel mio caso l’atteggiamento e la stazza hanno tenuto alla larga chi voleva fare lo spiritoso…



Che ruolo, interpreta, invece nel prossimo film Una diecimilalire?

È l’opera prima di Luciano Luminelli, di cui questa settimana ultimiamo le riprese iniziate molto tempo fa e proseguite in maniera tribolata. Ho un ruolo da cattivo, come mi capita ultimamente da quando, dopo Un medico in famiglia, mi dicevano che ero troppo buono. Mi piacciono questi personaggi, anche se apprezzo anche quelli comici o le parti intimiste.



E se la chiamasse Sorrentino?

Accetterei di corsa: è uno dei migliori registi che abbiamo in Italia e mi auguro che vinca l’Oscar perché lo merita.



​DOVE, COME, QUANDO: Beige. L’importanza di essere diverso, Teatro Ambra alla Garbatella, piazza Giovanni da Triora, 15, fino al 23 febbraio, lunedì-venerdì ore 21, domenica ore 17, 0681173900
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Febbraio 2014, 19:46
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