Sanremo, Mr. Rain: «Dopo Supereroi, travolto dalle storie degli altri»

Dopo il terzo posto dello scorso anno con "Supereroi" che diventò un inno, il rapper bresciano di nuovo sul palco dell'Ariston. "E' incredibile quello che mi è accaduto quest'anno, una roba pazzesca"

Sanremo, Mr. Rain: «Dopo Supereroi, travolto dalle storie degli altri»

di Totò Rizzo

Uno si costruisce una carriera lento pede nonostante la metrica del rap, poi arriva a Sanremo, canta con un coretto di bambini, e prende un’accelerazione impensata. È accaduto a Mr. Rain, quello di “Supereroi” che l’anno scorso è arrivata terza ma soprattutto è diventata un inno. «M’è cambiata la vita, un anno pazzesco, il più bello finora», dice Mattia Balardi, 22enne bresciano. 5 dischi di platino, un tour di 33 date, in 15 mila per un sold out al suo primo Forum ad Assago, live pure per il Papa («ho cantato due volte davanti a Francesco!», racconta con un'emozione quasi ragazzina).

Stavolta all’Ariston è in gara con “Due altalene”, testo assai lirico che «ha un significato gigante» ispirato da un tema forte, la perdita, e in questo caso la più ingiusta, quella di un genitore, un padre di Milano che ha perso due figli «in modo bruttissimo», ragazzi che erano suoi fans. E per riservatezza si ferma qui. «Racconto una storia, come sempre, sono quelle che mi racconta la gente e che in quest’anno frenetico di incontri si sono moltiplicate, storie su storie nelle quali a volte ritrovo qualcosa di me. Anch’io ho perduto una persona carissima da piccolino, così ho scavato in quello che ho vissuto e provato allora per scrivere “Due altalene”, della seconda strofa avrò buttato giù almeno dieci versioni, la musica passa quasi in secondo piano rispetto al testo così come, rispetto all’emozione nel cantarla, rimangono sullo sfondo, la gara, le classifiche, i platino».

Non è tornato a Sanremo per vincere ma solo per raccontare parte di quello che a loro volta gli hanno raccontato le persone in questo anno di frenetica full immersion tra concerti, firmacopie, incontri anche per strada. "Tantissimi, dopo aver ascoltato "Supereroi", mi avevano scritto ringraziandomi.

Uscivano magari da un periodo brutto e quella canzone li ha aiutati a risollevarsi così come scriverla ha aiutato me ad uscir fuori da una parentesi buia. Se puoi essere utile a qualcuno in questo modo, capisci bene che la vittoria è proprio questa, non ci sono primi posti, decimi, ventesimi o trentesimi visto che quest'anno al festival siamo tanti, questo è l'unico vero trofeo. Per questo torno all'Ariston, non perché Sanremo sia una corsa automobilistica o un incontro di boxe".

Rivendica il suo stupore di provinciale davanti al clamore che lo ha avvolto. "Arrivo da Brescia, dove la sera un ragazzo ha quasi sempre nulla da fare, pochi posti dove andare. Ma è proprio la provincia a dare uno stimolo in più alla tua curiosità, a spingerti ad esplorare nuovi luoghi, a cercare il tuo posto nel mondo".

Il 1° marzo esce il nuovo album: "Manterrò lo stile della mia penna ma musicalmente sarà molto più vario", tornerà in tour (il 26 novembre al Palasport di Roma, il 30 al Mediolanum Forum). Ma sull’istante c’è Sanremo a cui pensare («un cast bellissimo, da Irama a Geolier, persona fantastica, ad Alfa»), alla performance dell’Ariston (e quasi per sgomberare il campo definitivamente da chi aveva scritto che il coro di ragazzini dello scorso anno era una captatio benevolentiae puntualizza «mi farò accompagnare da alcune immagini ma non sarà una paraculata»), a tenere botta sul quel palco «dove è difficile gestire le emozioni, concentrarsi, non crollare».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Gennaio 2024, 16:08
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