Mattia Briga su Leggo: «Shut up...il primo amore»

Mattia Briga su Leggo: «Shut up...il primo amore»

di Mattia Briga
Il primo amore non si scorda mai.
Sarà perché arriva quasi sempre durante l'adolescenza, un'età della vita in cui non ti preoccupi di dover gestire le cose che vivi con leggerezza. Nel liceo che frequentavo c'era questa ragazza, più piccola di me di un anno, con un sorriso meraviglioso. D'inverno indossava uno scaldacollo che le arrivava fin sopra il naso e quando rideva lo si notava dagli occhi, così talmente espressivi che sembravano ridere anch'essi.
Un pomeriggio mi invitò a casa sua, assieme ad altri amici. Lo passammo per intero a ridere e a fumare sigarette ascoltando Shut up (The black eyed peas) in camera sua. Su una parete della stanza aveva appeso un cartellone disegnato a mano, che raffigurava delle scene con dei dialoghi a fumetto, relative ad una festa in cui lei si ubriacò.
«Questo me l'ha fatto il mio ragazzo», mi disse. Lo fissai a lungo, quasi a volermi cercare, in un disegno in cui non avrei mai potuto esserci.
Ci salutammo, mi diede un bacio sulla guancia e rimasi ammaliato dal suo profumo. Quando tornai a casa, lasciai cadere il casco del motorino sul pavimento e mi sdraiai sul tappeto. Sentivo ancora il suo profumo: mi resi conto di essermi innamorato.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Febbraio 2020, 11:44
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