Mattia Briga su Leggo: «Ciao Gigi»

Mattia Briga su Leggo: «Ciao Gigi»

di Mattia Briga

Lo zio di un mio caro amico aveva in gestione il bar del Gran Teatro di Roma.
Noi eravamo una comitiva di diciottenni col sogno dell'indipendenza e la smania di avere qualche soldo in tasca.


Edoardo ci chiamò tutti a raccolta e così cominciammo a lavorare ogni weekend. Il teatro era composto da un grande ingresso sulla cui prosecuzione si estendeva un androne circolare: sul lato sinistro il bar, sulla destra la zona caffè e uscendo da una porticina laterale che dava sull'esterno si giungeva al magazzino rifornimenti.


Tra le varie specifiche mansioni, una delle più ambite era quella del bibitaro.
Entravi in sala poco prima dell'intervallo con la tua cesta di bevande e patatine da vendere al pubblico, ti godevi un pezzetto dello spettacolo e in tre tempi da 10 minuti ti eri sbolognato la giornata di lavoro.


Alla prima di Gigi Proietti in Di Nuovo Buonasera io ero di turno in magazzino. Arrivai in segreto nel pomeriggio e preparai tutti i rifornimenti.

Come iniziò lo spettacolo sgattaiolai in galleria nel buio della sala e mi misi in piedi vicino all'uscita di emergenza. Nessuno ci fece mai caso, nessuno mi vide mai, ma io vidi lo spettacolo. E mi sentii un po'... Er cavajiere nero.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Novembre 2020, 18:40
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