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Ecco le parole di Simone Cristicchi: «A 12 anni ho perso mio padre, che è morto a 41 anni. Mi sono autoemarginato dagli altri. Mi sentivo diverso. Sapevo che non c'era più e non l'avrei mai più rivisto. Ho passato anni a disegnare, dentro la mia stanza. I personaggi erano tutti da ridere. Creavo fumetti per evadere da quel dolore per creare qualcosa di positivo».

L'artista romano ha parlato anche della sua sensibilità: «Ho voglia di mantenere in vita il bambino che ho dentro di me, curioso. Quel bambino ce lo dobbiamo sempre accarezzare».
Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Ottobre 2019, 21:12
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