Paterlini, il pianista italiano che ha stregato Hollywood

Paterlini, il pianista italiano che ha stregato Hollywood

di Marco Castoro

La vita spesso riserva delle sorprese clamorose. Episodi che ti fanno svoltare il percorso e le abitudini. Fabrizio Paterlini è un pianista e compositore mantovano. Ha studiato al conservatorio, suona divinamente il piano. Un giorno all’improvviso la star del cinema Chris Evans (Capitan America nella saga degli Avengers /8,2 milioni di follower su Instagram), ha condiviso sui propri social un video in cui si esercitava al piano su una composizione proprio di Paterlini, “Rue des Trois Frères”, con tanto di tag e caption in cui lo definiva «uno dei suoi brani preferiti». 

Una performance che ha avuto un risvolto mediatico stratosferico: la notizia è rimbalzata fra siti e media internazionali, passando per testate come People e Huffington Post UK. Insomma, partendo da questo episodio, Paterlini, con oltre 100milioni di stream nel mondo e 600mila ascoltatori mensili su Spotify, non solo ha portato la musica classica Made In Italy in alto nell’universo digitale, pur essendo indipendente (orgogliosamente ha creato una sua etichetta), ma ha abbattuto ogni confine geografico raggiungendo persino Hollywood.

Paterlini, dica la verità: lei conosceva Chris Evans?

«Macché. È stata una fiammata inattesa quando ha postato quel brano. Molto coinvolgente perché ha scatenato i fans club. Ho visto i suoi film ma tutto potevo pensare meno che lui avesse a cuore quel brano».

Ma è vero che dentro di sé si nasconde un’anima rockettara?

«Il rock è stato una passione giovanile. Anche oggi ascolto moltissimo rock. Suonavo in una band, mi sono fatto le ossa così, sono molto legato a quel periodo musicale che va dagli U2 agli Iron Maiden. Avevo 20 anni».

E la svolta sul genere classico? Quando è stato folgorato sulla via di Damasco?

«Il piano è sempre stato il mio strumento musicale fin da quando avevo sei anni.

Il mio compagno di viaggio, poi ho suonato sintetizzatori e altri strumenti ma il piano resta il mio accompagnatore».

Autori preferiti di musica classica?

«Sono molto legato agli autori che ho studiato al conservatorio, a cominciare da Bach».

Anche in Russia lei ha molto successo.

«Lì la classica è amata anche dai giovani, per via del loro standard culturale. Addirittura mi chiedono di autografare e di fare selfie con i miei spartiti. Perché molti giovani studiano la musica classica».

La sua popolarità a New York è nota.

«Dopo la performance di Chris Evans il mio brano è stato messo su Instagram da una nota catena di gioielli e orologi e questo ha portato un picco di ascolti e popolarità. La musica viaggia».

Già, ma i concerti e i teatri si sono fermati.

«È molto diverso fare i concerti online, ma speriamo di ricominciare presto».

Quanto soffre un artista senza il pubblico?  

«Dispiace. La mia fortuna sta nel fatto di suonare un genere di musica che accompagna la vita delle persone, che permette a chi ascolta di isolarsi e quindi il pubblico non è così determinante. Certo le emozioni che si provano sul palco con gli applausi ti completano».

Domani esce il disco nuovo “Life”, in streaming e in digitale.

«Si tratta di un Ep di 6 tracce dalle atmosfere sognanti e malinconiche, che riflettono la dimensione più intima del mio universo musicale. Sono 6 brani di solo pianoforte. Alcuni scritti in pieno lockdown, molto caldi».   

Ps. La foto è stata gentilmente concessa da Ray Tarantino.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2021, 18:36
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