Max Pezzali, a giugno esce il nuovo disco:
"Sono sempre io, tra musica e vita di provincia"

Max Pezzali, a giugno esce il nuovo disco: ​"Sono sempre io, tra musica e vita di provincia"

di Massimiliano Leva
MILANO - La realtà, la vita di tutti i giorni innanzitutto. Meglio se di provincia. «Ricordo un locale dove mangiavo anni fa un chili favoloso, era dalle parti di Mortara, in provincia di Pavia, si chiamava Jambalaya. Che serate!». Max Pezzali pubblica il 1° giugno un nuovo disco di inediti: Astronave Max.





Padre di famiglia (suo figlio ha 6 anni), felicemente sposato, classe '67, non è cambiato molto da quando ragazzo cantava la vita di provincia sotto forma di canzoni. Il nuovo disco – in cui la musica rimane sostanzialmente la stessa – è un album che parla sempre della quotidianità, solo da un punto di vista un po' più adulto.



Perché questo nome “Astronave Max”?

«Perché mi sono ispirato ai centri commerciali di provincia che un po' sono come astronavi: il simbolo peggiore del nostro tempo, non luoghi dove vedi gente che neppure ha qualcosa da comprare ma che comunque trascorre ore e ore a guardare gli altri che lo fanno. In un certo senso hanno sostituito la piazza di paese che una volta portava tutti a uscire. E poi perché c'è questo nuovo brano che racconta di come sarebbe bello guardare da lassù i problemi del mondo reale: ci si accorgerebbe che non tutto è così difficile come si pensa o che forse anche ai problemi difficili si può porre rimedio».



Lei che alla vita da star continua a preferire la vita in provincia come risolve i suoi problemi?

«Stare in provincia, a Pavia, mi ha reso forse un po' cinico ma con i piedi per terra. Ricordo quando ero un ragazzo e ascoltavo il punk degli anni 70. Se volevi parlare di musica, dovevi cercarti la sala giochi con i tuoi simili ma si era in pochi. Se andavi invece al bar ci trovavi l'anziano che della tua passione proprio non voleva saperne e allora eri obbligato ad adattarti alla realtà di tutti».



Oggi ai suoi concerti ci sono fan ultra-quarantenni che la seguono dagli anni degli 883 e nuove generazioni. Come si raffronta con tutti?

«Credo non ci sia molta differenza tra gli uni e gli altri. I problemi di oggi per i giovani sono gli stessi di un tempo per noi: paura del futuro, incomprensione, energia da vendere ma che non sai dove dirottare. Io credo che siano le stesse paure che vivevo quando ero giovane. E se si riesce far capire che il mondo degli adulti non è poi così scollato dal mondo dei giovani, allora c'è comprensione».



A breve sarà in tour. Cosa porterà nei palazzetti?

«Suoneremo soprattutto i nuovi brani, ma non posso mai far mancare le canzoni del passato. Questa volta mi piacerebbe trovare un filo logico che unisca tutto il repertorio. In fondo, non sono cambiato molto: quello che cantavo ieri vale anche oggi».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2015, 07:54
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