«La vita è una commedia al buio, dove per ridere serve del trucco». Recita così "Chissà da dove arriva una canzone”, singolo che ha anticipato il nuovo album di Fiorella Mannoia, Padroni di niente. Il testo è di Ultimo, «uno dei pochi giovani che scrivono canzoni». Otto tracce in cd, in digitale e (dal 20 novembre) anche in vinile. «Un album pieno di speranze, nato durante il primo lockdown e che ha risentito di quel clima in cui si sperava in un nuovo Umanesimo, con l’uomo al centro di tutto. Concepito nel peggior periodo che abbiamo vissuto dal Dopoguerra». La stessa uscita del disco adesso è per lei «una forma di resistenza».
In copertina, la sagoma della Mannoia ispirata al “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich: «guardo la civiltà e la società, con tutto il bello e il brutto che l’uomo ha costruito».
La Mannoia è da sempre sensibile ai temi che più attanagliano, e ultimamente lo è sostenendo i lavoratori delle spettacolo. «Non è vero che la musica e l’arte serve solo a divertire. È un bene essenziale come il pane. Abbiamo vissuto in un incubo, eppure quando si è riaperto tutto, si è tornati peggio di prima. E anche sul Covid c’è divisione destra e sinistra. Forse per questo siamo ancora più preoccupati di prima del lavoro. C’è chi si trova a pensare che se non muore di Covid muore di fame».
Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Novembre 2020, 16:33
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