Fabio Concato, l'«aggeggino» e il piacere di essere nonno: «Con mia nipote mi riscopro e ci ho scritto una canzone»

Fabio Concato, l'«aggeggino» e il piacere di essere nonno: «Con mia nipote mi riscopro e ci ho scritto una canzone»

di Totò Rizzo

L'aggeggino si chiama Nina ed è la prima nipote di Fabio Concato, figlia di sua figlia Carlotta. In quel lungo diario privato e sociale che da oltre 40 anni sfoglia con le sue canzoni, L'aggeggino è anche il titolo del brano (o se volete della pagina) che nonno Fabio ha scritto per la piccola, nata l'estate scorsa. A Carlotta, la primogenita, nell'84 aveva dedicato Fiore di maggio, a Giulia, secondogenita, il motivo omonimo. «C'è un aggeggino adesso tra le mie braccia e una speranza così grande, non la ricordavo più, c'è un grande amore adesso tra le dita e una forza esagerata, non la ricordavo più». Braccia, forza, speranza. Siamo lontani dalla malinconia de L'umarell, dell'anziano raccontato durante il primo lockdown. La “nonnitudine” instilla ottimismo. 

Concato, intanto auguri, oggi è la Festa dei Nonni. «L'aggeggino» sembra scritta apposta, anche per chi ha nipoti più grandi...

«Grazie per gli auguri: per me e per mia moglie (Elisabetta, ndr.) è la prima volta. Era giusto che ci fosse, oltre a quella della mamma e del papà, la Festa dei Nonni. Non dobbiamo mai scordare il loro ruolo affettivo e sociale, specie dopo quel che ci è capitato». 

Anche stavolta si è lasciato ispirare da una vita che nasce. Era già accaduto con le sue figlie, però...

«Beh, è un rapporto diverso. Più libero, più sereno, meno responsabile. Più sicuro, dunque: sgravato da tutte le ansie, le angosce, i dubbi della genitorialità. Quando le mie figlie erano piccole sono stato, per lavoro, un padre spesso assente. Ecco, di Nina mi piacerebbe non perdere alcune cose che mi son perso con le mie figlie. E già sento, nonostante lei abbia pochi mesi, che il rapporto è più spontaneo: pensiero, parola e movimento sono più fluidi».

L'«aggeggino» dà l'idea di un oggetto da maneggiare con cura. 

«E' ancora talmente piccola ma ha una forza incredibile, non sta ferma un attimo, sembra aver fretta di bruciare le tappe».

Spesso quando i figli diventano genitori li si critica per difetti che anche noi, da genitori, abbiamo avuto. Che mamma è Carlotta?

«Per me e per mia moglie è stata quasi una rivelazione.Temevamo che fosse impaziente. E invece è una donna e una mamma pazzesca, formidabile, pazientissima. Si fa un mazzo così, tra l'agenzia pubblicitaria dove lavora e la casa.

E la sua casa, ormai, è soprattutto sua figlia».

Invece che nonno vorrebbe essere Fabio Concato?

«Vorrei mostrarmi come sono, specialmente nei miei lati divertenti, buffi, spero di essere sarcastico, di riuscire a raccontarle tutto. A figli e nipoti non bisogna nascondere nulla, anche se nel rapporto con i figli ci sono più schermi».

Speravamo di lasciare ai figli un mondo migliore. Ai nipoti che raccontiamo?

«E' un bel casino. Bisognerà essere realisti. Proprio sotto le mie finestre, qui a Milano, è passato il corteo dei giovani che partecipano a “Youth4Climate”  e c'era anche Greta Thunberg. Avevo quasi voglia di scendere giù e sfilare insieme con loro. Onestamente non abbiamo fatto un gran lavoro. “Bla-bla-bla”: hanno ragione. E il pericolo sta diventando serio. Ecco, vorrei insegnare a mia nipote che, anche se la maltrattiamo, la Terra continuerà a girare ugualmente ma saremo noi a pagare il prezzo più alto».  

Nina sta già crescendo a pappa e musica?

«Ne ascolta già molta qui, a casa dei nonni. Io poi ho il mio piccolo studio di registrazione... fuori, ma sullo stesso pianerottolo. Poi non so se vorrà studiare uno strumento ma anche se vorrà diventare una brava ragioniera, spero che la musica le sia sempre di conforto come per tutti».

L'anno prossimo sarà il quarantennale di «Domenica bestiale», canzone di formazione per una generazione. Lei non non sembra amare le celebrazioni. 

«Se sono fatte bene, con sobrietà, perché no? Perché non festeggiare una cosa bella che dura nel tempo? Sarebbe fantastico se fra 40 anni si cantasse ancora». 

Progetti per l'anno a venire: dischi, tour?

«Spero di tornare a far concerti al più presto. Certo, anche con l'80% delle capienze nei teatri sarà duro star dietro ai costi. Per i dischi soltanto singoli, così come è accaduto per L'umarell e sta accadendo per L'aggeggino. Tutto si concentra sul pezzo che vuoi fare ascoltare. Non credo siano più i tempi per sparare fuori 11, 12 brani tutti in una volta perché poi alla fine di un intero disco ne vengono fuori due o tre e gli altri restano al palo. Capisco l'esigenza dell'album, la copertina, il libretto con i testi delle canzoni, le foto nello studio di registrazione... Ma per adesso mi va bene così». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Ottobre 2021, 19:50
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